Icardi: “Palermo, all’andata li abbiamo sottovalutati e…”

L’attuale capocannoniere del campionato e attaccante dell’Inter, Mauro Icardi, non è circondato dal vortice mercato, ecco perché pensa a fare bene con i nerazzurri e puntare al terzo posto. L’argentino ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport, queste le sue parole: “Il terzo posto, adesso è alla nostra portata, non è soltanto un’ambizione della società. Abbiamo trovato equilibrio e tre vittorie di fila. Non temo nessuna squadra,  nutro un sincero rispetto per tutte le squadre rivali, ma dobbiamo pensare solo a noi stessi. Dipende solo da noi il futuro, saremo gli artefici del nostro destino. E poi a maggio ne riparleremo. Dobbiamo esser consapevoli di quello che abbiamo fatto l’anno scorso. Dopo aver fatto un ottimo girone di andata, abbiamo perso la concentrazione e il ritmo buttando via tutto già a gennaio. Questo ci deve servire per capire che serve allenarsi e giocare con la stessa mentalità degli ultimi tempi per non cascare nuovamente in quegli errori. Con Pioli stiamo lavorando sopratutto sulla testa, sulla concentrazione. Il mister ha cambiato la mentalità dell’Inter, ha ridato fiducia a tutti, anche a coloro che giocavano poco con De Boer e che nonostante la svolta in panchina continuano a giocare meno. La situazione con De Boer era diventata insopportabile. I giocatori meno utilizzati erano davvero scontenti e non partecipavano con molta voglia nemmeno alle esultanze, ai momenti di gioia del gruppo. Adesso con Pioli l’aria è cambiata, anche chi gioca poco si sente coinvolto nel progetto e ha piacere di far parte di questo gruppo”.

Il 9 nerazzurro ha parlato anche del calendario di gennaio che riserva all’Inter partite sulla carta facili, come Palermo e Pescara: “Non dobbiamo pensarla così, commetteremmo lo stesso errore dell’andata. Mi ricordo, si leggeva il calendario e si pensava di vincerle tutte sulla carta. Poi abbiamo perso punti. La Serie A non ti perdona…Quando dai fiducia all’avversario, è dura poi ribaltare la partita. Qualsiasi sia l’avversario. E noi abbiamo commesso questo errore troppe volte. Per questo dobbiamo pensare a una gara alla volta”.

Gabigol? È normale che la gente si attendesse di più da lui, si era creata un’immensa aspettativa quando è arrivato in estate. Però il calcio italiano non guarda tanto i giovani, chiede subito risposte. Invece lui ha bisogno di tempo per lavorare e lo sta facendo molto bene ogni giorno. Il progetto Suning mi affascina. Ed è emozionante sentirsi così coinvolto. L’obiettivo della proprietà è quella di tornare in Champions, il torneo che compete all’Inter e che ti offre la miglior visibilità mondiale. D’altronde è la storia nerazzurra che lo dice. Con Moratti è stato così, con il presidente Thohir c’era l’intenzione e adesso con la famiglia Zhang arriverà un ulteriore rilancio. Il progetto di riportare il club ai vertici si basa sulla grande passione e sulla grande voglia di Suning. Se sono diventato questa persona e questo calciatore, lo devo all’Italia. Ma il mio sogno è quello di vestire la maglia dell’Argentina, per questo non sono pentito di aver rifiutato l’Italia. Il mio obiettivo è continuare a giocare bene e segnare per far cambiare idea al c.t. argentino. Detto questo sono consapevole di essere ancora giovane e che l’Albiceleste poggia sui più forti attaccanti del mondo. Vivo la situazione con grande tranquillità”.

Infine il giocatore conclude su un commento sul mercato in entrata e in uscita: “Gagliardini? Non lo conosco di persona, l’ho visto giocare. Se dovesse arrivare, sarà il benvenuto, lo accoglieremo davvero volentieri. Sarebbe un altro fratello nerazzurro. L’agente di Jovetic dice che la formazione la faccio io? Non si può pensare che un giocatore scelga chi far giocare, è una cosa che non esiste. Io non ho mai fatto la formazione. Altrimenti l’allenatore a cosa serve?”


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