Lodi: “Più facile vincere in B che in C. Al Palermo dissi di no per Catania”

Secondo le parole di Francesco Lodi, ex centrocampista del Catania, sarebbe “più facile vincere in B che in C“. Lo ha detto in un’intervista rilasciata a Chancebet News, in cui ha commentato e paragonato alla serie cadetta il recente cammino dei rossazzurri.

Questo campionato di terza serie è difficilissimo. Bisogna avere continuità di risultati ed il Catania adesso dovrebbe provare a vincere quasi sempre in casa. Ci vuole un po’ di tempo, nel calcio attuale nessuno te lo dà.

Poi un aneddoto. “Per soldi avrei potuto accettare, negli anni belli, offerte di numerose squadre che mi avevano chiamato a gennaio. Tra queste una del sud che fece follie fu il Palermo, ma avevo detto che non avrei mai potuto farlo. Il rispetto per me conta prima di tutto”.


37 thoughts on “Lodi: “Più facile vincere in B che in C. Al Palermo dissi di no per Catania”

  1. Forse è il caso di cambiare il nome del sito in ciancebet…comunque questa ossessione per il Palermo deve essere contagiosa, colpisce chiunque passi da quelle parti…

  2. Ma rispetto per cosa? Una rivalità sportiva, in un posto normale, dovrebbe riguardare soltanto le tifoserie. Se vengono contaggiati pure i calciatori che giocano nel Catania, significa in primo luogo che in quella città vi è il virus dell’ossessione anti Palermo, un atteggiamento paranoico, oltre che il NON RISPETTO per la propria attività di calciatore PROFESSIONISTA. Ricordo quando Caserta passò dal Catania al Palermo; a momenti lo lapidavano. Tutto ciò non è normale, è una vera malattia, ed ha radici antiche che vanno oltre il calcio.

  3. Lodi ha ragione…si potrebbe anche aggiungere che vincere la A e’ anche piu facile di vincere la C. Anche la scempion in realta’ la si vince molto piu agevolmente della C. Grande Lodi

  4. A parte il fatto che la notizia di un presunto interesse del Palermo per Lodi non è mai trapelata sulla stampa, a me pare che le dichiarazioni dell’ex-capitano del Catania siano logiche e ineccepibili. A chi di noi piacerebbe che uno dei nostri capitani e giocatori-simbolo, due per tutti: Eugenio Corini o Stefano Sorrentino, dichiarasse il proprio gradimento per un eventuale trasferimento al Catania ? Il calcio è fatto anche di queste cose e io m’indigno di più per i mercenari che per una buona offerta venderebbero pure la sorella che per gente come Lodi che dichiara cose che qualsiasi tifoso (vero) di calcio di qualsiasi fede vorrebbe sentir dire da un proprio idolo.

    1. Quindi Troja che giocò pure per il Catania (seppur rifiutandosi di scendere in campo alla Favorita contro il Palermo), secondo questo ragionamento ha tradito la fede rosanero? Sarebbe ora di smetterla con certe dichiarazioni “ruffiane”.

      1. Troja era palermitano e il professionismo di allora era molto distante da quello di adesso. Lodi neppure catanese è, dunque …

  5. Anche riguardo alle dichiarazioni sulla difficoltà di vincere la C, le ragioni di Lodi stanno nei numeri. Una squadra di C per salire deve vincere il suo girone (1 su 20) o affidarsi alla lotteria dei playoff dove passa una squadra su 27. Una squadra di B che vuole andare in A può arrivare prima o seconda (2 su 20) o sperare nei playoff dove passa 1 squadra su 6. Sarà simpatico come il mio dentista quando ha il trapano in mano, ma non mi pare che Lodi abbia detto fesserie.

  6. Concordo con Vitogol.

    Fermo restando che Lodi unni si fici l’inverno, si po fari astati. Evidentemente il Palermo non gli fece un’offerta congrua (logicamente dato che aveva tipo 48 anni ai tempi) sennò veniva a piedi da noi.

  7. ma se City Group ti facesse un bel contratto come dirigente, rifiuteresti pure? saresti un m…..nkia…. ah gia lo sei!

  8. Ok Lodi.
    Che ti abbia cercato il Palermo, è con insistenza l’ho sai solo tu.
    Hai fatto bene eventualmente a rifiutare.
    Non a caso tutto quello che c’era da vincere hai vinto…. Forse…………
    E’ un monologo.
    Cambia nastro.
    Saluti.

  9. Io invece non sono d’accordo con Vitogol. Ci hanno sempre inculcato (a noi tifosi) che il professionismo è qualcosa che può e deve andare oltre il campanilismo. E questo principio lo abbiamo metabolizzato non tutti e non interamente. Soprattutto non in tutte le circostanze. Ognuno secondo la propria personale visione delle cose. Personalmente avrei anche accettato che Corini potesse essere andato a Catania se Corini valutava che c’erano le condizioni per farlo (anche di carriera, non solo di soldi). Da tifoso del Palermo me ne sarebbe fregato solo un pochino, non più di tanto. Di giocatori che sono andati dalla Roma alla Lazio, dalla Juve al Torino, dal Milan all’Inter negli ultimi 40 anni ce ne sono stati a dozzine e ce lo siamo dimenticati. Per quello che riguarda Catania, queste dichiarazioni hanno invece, SEMPRE, un retrogusto diverso: quello cioè evidenziato da quasi tutti gli altri commentatori di questo articolo. Dispiace dirlo ma i catanesi (come ha anche evidenziato spesso uno dei più liberi cittadini di quella città e cioè il compianto Pippo Fava) soffrono di una inemendabile “sindrome dell’anticapitale”. Con l’aggravante che noi, Capitale, non lo siamo più da almeno 50 anni. Hanno fatto dunque tutto loro. Virus che ha benissimo attecchito anche nel calcio e che ha colpito anche non catanesi che hanno giocato a Catania, anche solo per pochi minuti. La pervicacia con cui viene propalata questa cultura antirosanero (divenuto un cardine imprescindibile dell’essere un vero rossoazzurro) ha del patologico ed è purtroppo trasversale. E sbagliata. Dal più agguerrito ultras fino al Sindaco, la pensano tutti, purtoppo per loro, allo stesso modo. Lodi non è nuovo a tali uscite. La sua ruffianeria è perfino postuma e dunque innecessaria. Lo certifica il fatto che mai il Palermo lo ha secondo me cercato. Non ricordo nulla del genere. (Follie, addirittura…neanche fosse Modric). Poi per quanto riguarda le altre dichiarazioni sulle promozioni C/B e B/A i numeri probabilistici sono talmente ovvi e incontestabili che non ci sarebbe neanche bisogno di commentarli.

    1. Non voglio entrare in polemica ma, da assiduo frequentatore dello stadio da circa 60 anni, vorrei far notare che ai tempi del Reuccio di Resuttana la rivalità tra Palermo e Catania, che certamente c’era, non aveva assunto i toni da faida di adesso. Era normale per noi giocare al Cibali in campo neutro (io ho visto con amici catanesi un Palermo-Milan e un Palermo-Como nel giorno dell’omicidio di Piersanti Mattarella), così come lo era per loro giocare alla Favorita quando il Cibali era squalificato. Detto questo, preferisco mille volte un giocatore che mostra fedeltà alla maglia della squadra cui si sente legato dichiarando che non giocherebbe nella principale rivale che i “professionisti” (e ce ne sono stati anche tra “i nostri”) che in vent’anni di carriera si battono il petto davanti a dieci curve o baciano i colori di dieci maglie diverse. Saluti rosanero.

  10. La verità è che senza i palermitani la gran massa di catanesi non ha ragione di esistere. La differenza? Noi ci rapportiamo all’assoluto, loso si rapportano a noi. Un passo oltre non lo sanno fare …

  11. Ma nella fattispecie dopo i grandi proclami di quella cosa inutile di Grella, devono stornare l’attenzione del tifoso su qualcosa d’altro. Quale scelta miigliore di prendere come obiettivo noi?

  12. Siamo l’usato sicuro su cui ripiegare considerato il gregge di tifosi che si lascia infinocchiare con così poco.

  13. Lodi era un bel giocatore, non diciamo sciocchezze di parte, magari fosse al posto di Stulac che dorme in piedi e non ha personalità.
    Per quanto riguarda questa rivalità presunta a tutti i livelli, esiste solo nella testa dei più sciocchi, indipendentemente dai colori delle squadre.
    E tra questi sciocchi, annovero i peggiori: quelli che insultano a priori calciatori o avversari e, peggio una città intera che non c’entra nulla.
    Una sana rivalità sportiva, un sano sfottò: questo è corretto, poi, finita la partita, il pensiero dominante deve essere la sportività e i suoi valori e il fatto che siamo tutti siciliani.

  14. A parte il fatto che se c’è qui una “sciocca polemica”, non è stata innescata dai commentatori della pagia web ma piuttosto da Lodi, con una dichiarazione che, di fatto, va oltre l’aspetto sportivo presentando Palermo (come fosse la peste) come un posto inaccettabile per chi ha veramente a cuore il Catania, finanche nell’ovvio riferimento alla maggiore difficoltà di vincere un campionato di serie C rispetto a quello di serie B trasuda un “insano” confronto con Palermo. Naturalmente Lodi è libero di pensarla come vuole, così per come come dovrebbe essere per ogni appartenente al genere umano, ma ciò che non va è l’interesse esasperato più al continuo guardare a ciò che succede in casa nemica (in questo caso il buon momento del Palermo) piuttosto che a quanto succeda in casa propria (le iniziali difficoltà del Catania nel proprio campionato). Che sia allora lui quel Ciccio che, sul muro dei tifosi etnei, si danna più dei nostri successi che gioire per i loro? Questa ossessione è patologica. Concordo totalmente con Enzorosanero (col quale mi complimento) che ha focalizzato benissimo i punti cardini e storici del tema in argomento.

  15. Un interessamento del Palermo per Lodi io lo ricordo (almeno così riportarono alcune testate di stampa sportiva), ma ciò avvenne antecedentemente al suo primo approdo Catania (giocava allora nel Frosinone). Ne consegue che l’affermazione dell’ex calciatore qui riportata è fuori luogo, non rispondente alla realtà storica e, soprattutto, strumentalizzata ad alimentare una antipatica rivalità, ancor più tra le due città che tra le due squadre, che affonda le proprie radici in una inaccettabile cultura propagandistica di un’intolleranza che a volte (nelle menti più grezze) sfocia in vero e proprio “odio”. Di Lodi, della sua personale verità, del suo dire, possiamo anche fregarcene e ne avremmo molteplici motivi, ma sul contenuto del negativo messaggio che da lui promana gli spunti di riflessione sono tanti. La rivalità rilevabile nel continuo esasperato confronto tra Catania e Palermo (confronto che “strutturalmente” non avrebbe motivo di esistere, essendo due città totalmente diverse tra loro), è un antagonismo sociale che viene esasperato nel calcio, ma non è “una rivalità prettamente sportiva”. Ricordo un parente che trovava più elegante e bella la via principale del proprio paese natio (in provincia di Catania) che il nostro Viale della Libertà; era un libero credere nell’esasperato confrontare, ma da lui proveniva con forte convinzione, restando per gli altri improponibile ogni possibilità di oggettivo raffronto. Incisivo, al riguardo, il riferimento all’idea di Pippo Fava sulla “sindrome dell’anticapitale”, poiché è storica ed ancora attuale realtà. Poi, se si vuole continuare a viaggiare dentro l’ipocrisia, sostenendo che trattasi soltanto di rivalità sportiva, si faccia pure, ma così non è mai stato e la “sicilianità”, nei confini della nostra isola, rimane soltanto utopia. In qualsiasi regno vi sono sempre due re, quello che porta la corona sul capo e quello che si danna perché al suo posto avrebbe voluto e vorrebbe portarla; così è anche nella nostra siciliana realtà. Per me, discorso chiuso, anche se rimarrà per sempre aperto.

  16. Bello, ragazzi! Oggi lezione di Filosofia, Sociologia e Storia… AGGRATIS!!! Altre che commentare i commenti dell’innominabile (D.)
    Grazie Di cuore, mi state facendo ricredere.

  17. Lodi Parla per cercare di compattare un ambiente che si sta scannando su Tabbiani, Grella e Pelligra. E lo fa con l’unico argomento (?) che crede possa rispondere alle sue attese.
    Lodi, cercati un altro lavoro, non sei cosa.

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