Brunori saluta Palermo, il “capitano” ha fatto la scelta più logica
FOTO PEPE / PUGLIA
Il calcio è un romanzo, fatto di capitoli che si intrecciano e di finali che spesso sembrano già scritti. L’ultima pagina della storia di Matteo Brunori a Palermo non poteva che essere al “Barbera”, contro il Padova, l’avversario contro cui ha segnato il gol più importante della sua carriera: quello che ha spalancato ai rosanero le porte della Serie B. Il bilancio definitivo è di 175 presenze, 76 gol e 18 assist. Il secondo cannoniere della storia rosanero dopo Miccoli.
Il numero 9 ha salutato la sua gente con commozione, quella stessa tifoseria che lo aveva accolto da semisconosciuto e che ora lo vede partire in direzione Genova. Ad attenderlo c’è la Sampdoria, club dal grande blasone, anche se alle prese con annate complicate. Il trasferimento non è ancora ufficiale, ma ormai scontato.
Non c’è stata però l’occasione per un’ultima presenza in campo con la maglia del Palermo. La priorità era vincere contro il Padova e la situazione dell’organico, tra squalifiche e infortuni, era troppo delicata. Inzaghi ha dovuto gestire le sostituzioni per mantenere l’equilibrio della squadra e difendere il vantaggio. Brunori già nelle ultime gare aveva trovato pochissimo spazio: solo sette minuti contro la Carrarese dopo Castellammare di Stabia.
Un addio senza passerella
Brunori lascia Palermo soprattutto per motivi tecnici. Inzaghi non lo ha mai realmente ‘visto’ nel 3-4-2-1 scelto come sistema di riferimento. Da trequartista non è riuscito a incidere, non tanto per una questione di posizione — nella scorsa stagione, in quel ruolo, aveva segnato otto gol in metà campionato — quanto per i compiti specifici richiesti in questa fase. Basta osservare il lavoro svolto da Le Douaron e Vasic per capire le differenze. Anche da seconda punta, quando il Palermo ha giocato con il 3-5-2, Brunori non ha convinto lo staff tecnico.
Le occasioni per mettersi in mostra non sono state molte — sei partite da titolare — ma sufficienti per una bocciatura definitiva. Dopo la gara di Castellammare di Stabia sono cambiati anche gli equilibri interni: la fascia di capitano è passata a Bani e Brunori è scivolato nelle gerarchie, diventando il vice Pohjanpalo, con possibilità di scendere in campo sempre più ridotte.
Scelte tecniche, non rotture
La separazione è maturata senza strappi evidenti. Nonostante “voci di corridoio” piuttosto insistenti, non ci sarebbero state particolari frizioni con il resto della squadra, che lo ha accompagnato nel giro di campo contro il Padova con gesti sinceri, lontani dall’essere di pura circostanza. Nessun attrito nemmeno con il direttore sportivo Osti, che anzi lo scorso anno aveva contribuito a rimetterlo al centro del progetto, prolungandogli perfino il contratto. E neppure con Inzaghi, al di là del normale malcontento di un giocatore penalizzato dal poco spazio.
Brunori ha semplicemente scelto di andare dove può giocare con continuità. Ha compreso che in rosanero le opportunità sarebbero state limitate e ha deciso di lasciare la Sicilia. Dal canto suo, il Palermo non ha fatto barricate per trattenerlo, consapevole che la strada intrapresa era ormai segnata.
Una cessione che accontenta tutti
L’operazione dovrebbe soddisfare tutte le parti coinvolte. Il Palermo potrà investire su un profilo diverso, capace di saltare l’uomo, imprevedibile e abile tra le linee, andando a rafforzare la trequarti. I nomi sul tavolo sono quelli di Tramoni, Pierini e Johnsen. Brunori, invece, potrebbe ritrovare continuità e gol in una piazza prestigiosa come Genova, vestendo la maglia della Sampdoria.
I blucerchiati, in crescita nelle ultime partite, potranno contare su un giocatore che, una volta recuperata la migliore condizione atletica, in Serie B può fare la differenza. Un innesto di esperienza e qualità per una squadra che vuole risalire.

Un lascito importante, ma un finale amaro
Resta però l’amaro in bocca per un addio logorante. Il posto di Brunori nella storia rosanero è indiscutibile: sarà ricordato come uno dei migliori giocatori dell’era post rinascita. Gli ultimi due anni, però, hanno in parte macchiato il suo lascito. Dopo le dichiarazioni successive al playoff perso a Venezia si è incrinato qualcosa, con una parte della tifoseria che ha contestato il capitano. In quell’estate l’idea di lasciare Palermo, magari per la Serie A, non era solo un’ipotesi lontana.
Quest’anno sembrava potesse essere diverso, anche alla luce del rinnovo fino al 2028. Un insieme di fattori ha invece portato a un addio anticipato. Il Palermo proverà l’assalto alla Serie A senza il leader tecnico che, a suon di gol, aveva conquistato il cuore dei tifosi. Brunori è stato un capitano amato e discusso, spesso divisivo, ma sempre pronto a rispondere sul campo. Saluta un pezzo di storia del Palermo. E allora, buona fortuna Matteo.
(In copertina l’esultanza di Brunori al gol segnato contro il Padova, il 12 giugno 2022)
