Pordenone, il crowdfunding funziona: 254 nuovi soci e più di 2 milioni raccolti

Il Pordenone si appresta a giocare il primo campionato di Serie B della sua storia. Per l’iscrizione non ci dovrebbero essere problemi, manca solo l’ufficialità, e il presidente Lovisa ha comunicato il raggiungimento dell’obiettivo della campagna Pordenone 2020.

Ecco la nota:

“Si è concluso Pordenone 2020, il progetto di crowdfunding unico in Italia promosso dal Pordenone Calcio. Sono 254 i nuovi soci del club. Alla data 19 giugno 2029, scadenza della raccolta, è stato raggiunto l’obiettivo di 2 milioni 200 mila euro.

“Ringraziamo di cuore – afferma il presidente Mauro Lovisa – tutti coloro che hanno colto l’opportunità di diventare attori protagonisti della crescita del club. Persone che credono nel nostro progetto: le conosco bene praticamente tutte, chi tifoso storico chi più nuovo; come conosco altrettanto bene chi alle tante parole non ha abbinato i fatti”.

I responsabili di “The best equity“, la società che ha realizzato la campagna di equity crowdfunding del Pordenone, hanno dimostrato che la raccolta fondi può funzionare anche per una società di piccole dimensioni.

“Insieme agli amici del Pordenone abbiamo creato un precedente importantissimo e aperto una strada sulla quale abbiamo intenzione di continuare a camminare – commenta Roberto Tajana, uno dei soci fondatori di The best equity  Siamo convinti che l’equity crowdfunding possa essere lo strumento giusto per tutte quelle società sportive che si trovano a dover combattere con la difficoltà di reperire risorse“.

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5 thoughts on “Pordenone, il crowdfunding funziona: 254 nuovi soci e più di 2 milioni raccolti

  1. CROWDFUNDING: considerazioni
    – Il risultato dell’iniziativa “Pordenone 2020”, dimostra, a tutti gli scettici che continuano a ignorare l’Azionariato Popolare, che se c’è una Società o una cordata di Soci seri, con un progetto sportivo serio, questo è l’unico strumento possibile di raccolta fondi.
    – Ciò è ancor più vero per i Paesi medio-piccoli dove nessun magnate si sognerà mai di investire. L’eccezione che conferma questa regola è, ad esempio, quella del Picerno (PZ) del Presidente-magnate Donato CURCIO che ha fatto fortuna in America. Ma questo è una bella storia destinata a scomparire. Oppure di Squinzi della Mapei con il Sassuolo.
    – Pertanto, non si capisce come centri medio-grandi della Sicilia ad es. BAGHERIA, MAZARA, ALCAMO. BARCELLONA P.G.. MILAZZO, GELA, ACIREALE, MODICA ecc. ecc. continuino a IGNORARE l’AZIONARIATO POPOLARE. Basta con il costruttore edile del paese che può garantire risorse per vivacchiare, per un paio di stagioni sportive, forse. Vedi la fine della LEONFORTESE dell’ex Presidente-emigrato Sig. BUONO, che dalla Serie D è fallito e ora il Club milita in Prima Categoria !!!
    – L’unica Squadra che si è mossa su questa prospettiva è l’ENNA calcio, la cui formula di raccolta, però, probabilmente è nota solo ai Tifosi locali. Mentre sarebbe meglio affidarsi a piattaforme pubblicizzate anche il lingua inglese.
    – Per non parlare dei piccoli paesi di provincia dove l’AZIONARIATO POPOLARE, dovrebbe servire, in primis, a realizzare Stadio e Centro sportivo di proprietà eco-compatibili e volano per l’economia locale.
    Basterebbero 100-150 paesani-soci per realizzare un progetto sportivo serio e auto-sostenibile. MA LA PIGRIZIA , LA SCARSA FIDUCIA RECIPROCA, LA PROPENSIONE A FREGARE il Prossimo impediscono lo sviluppo di queste idee.
    Forza, comunque, AZIONARIATO POPOLARE su piattaforme serie e diffuse almeno in EUROPA. USA, CANADA, AUSTRALIA !!!!!

  2. Caro @Fabio la tua analisi e’ sicuramente interessante ma ci sono dei ..”ma”:

    – in primo luogo quelle che tu definisci eccezioni non sono poi cosi’ poche, il padrone-magnate, o meglio sarebbe dire il caso padrone-imprenditore o impresa-padrone, nel senso di un’impresa a proprieta’ familiare o comunque riconducibile a soci di tipo imprenditoriale e che svolgono un’attivita’ produttiva e non finanziaria pura che possiedono una squadra di calcio e’ ancora molto presente soprattutto nel calcio italiano a partire da esempi di primario livello (Juventus, Napoli, Fiorentina, Torino, Sassuolo ecc.), lo stesso dicasi ai livelli inferiori;
    – i casi siciliani che citi invece sono tutte squadre dilettantistiche, e’ chiaro che forse (sottolineo forse!) a quel livello, per i capitali che servono, un’azionariato popolare sia fattibile; d’altronde, e forse te ne sei dimenticato, esiste l’esempio del Palermo Calcio Popolare che in 2 anni e’ andato dalla terza alla prima categoria e quest’anno ha sfiorato anche la Promozione; ma comunque qui entriamo nell’ambito del calcio popolare che e’ un approccio non limitato soltanto all’azionariato, ma e’ un modo diverso (autentico dico io) di vivere il calcio;
    – se non si cambia il calcio business l’azionariato popolare, o il crowdfunding, non sono in grado di raccogliere gli enormi capitali che servono per permettersi una squadra in serie A o anche competitiva di serie B, difatti non mi risultano casi ne’ in Italia ne’ altrove e non mi citare il Barcellona o altri casi, perche’ li’ si tratta di quote di minoranza che servono soprattutto a creare consenso e partecipazione, ma anche in quel caso i capitali veri, quelli che servono ad essere competitivi, non sono “diffusi”;
    – hai ragione quando dici che l’imprenditoria siciliana non e’ in grado di potersi permettere squadre in A e stiamo vedendo con i nostri occhi come ormai anche la serie B e’ proibitiva per la nostra imprenditoria; questo peraltro e’ un segnale della ormai estrema marginalita’ economica della nostra cara isola, siamo veramente ultimi, perfino Calabria, Sardegna o Basilicata (in proporzione) per non parlare di Campania e Puglia, stanno molto meglio di noi;

    Per concludere non vedo altre soluzioni di prospettiva se non il rovesciamento del calcio business attraverso:

    1. ABOLIZIONE DEL CALCIO MERCATO
    2. TRASFORMAZIONE DELLE SPA IN ASSOCIAZIONI SPORTIVE (QUI SI’ CON ASSOCIAZIONISMO DIFFUSO)
    3. TETTI MASSIMI AI COMPENSI DEI CALCIATORI
    4. DIRITTI TELEVISIVI EQUAMENTE RIPARTITI TRA TUTTE LE SQUADRE
    5. STADI DI PROPRIETA’ PUBBLICA MESSI A DISPOSIZIONE DELLE PRINCIPALI SQUADRE CITTADINE
    6. EVE

  3. 6. EVENTUALI SURPLUS DI GESTIONE INVESTITI IN IMPIANTISTICA SPORTIVA DI BASE PER POTENZIARE I VIVAI E IL CALCIO GIOVANILE

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