Qualità e fantasia: come cambia il Palermo con Palumbo
 
                Con l’arrivo di Antonio Palumbo, il Palermo si assicura un giocatore capace di cambiare il volto della squadra tra le linee, una zona di campo dove, negli ultimi anni, è spesso mancato un vero interprete di qualità.
Palumbo rappresenta un’arma in più per Inzaghi, che nel ritiro sta modellando un Palermo più camaleontico. Il tecnico lavora su due moduli di riferimento – il 3-4-2-1 e il 3-5-2 – e la duttilità del centrocampista napoletano può rivelarsi un fattore chiave in entrambe le soluzioni.
Duttilità al servizio di Inzaghi
Sul piano tattico, Palumbo nasce mezz’ala, ruolo che ha ricoperto sin dagli inizi della sua carriera con la Ternana, senza mai essere utilizzato come regista.
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Con il tempo, però, si è affermato anche sulla trequarti, zona in cui ha vissuto le sue stagioni migliori, soprattutto a Modena. È un giocatore che sa muoversi tra le linee, bravo nel ricevere palla, leggere la giocata in anticipo e colpire con rapidità ed efficacia.
Nel 3-4-2-1 può agire da trequartista sul centro-destra, posizione che finora, durante il ritiro, è stata occupata da Vasic e Di Francesco. Rispetto a loro, Palumbo ha in canna numeri superiori in termini di gol e assist – sono una dimostrazione le 9 reti e i 10 assist nella scorsa stagione con il Modena – oltre a una maggiore imprevedibilità grazie al suo sinistro educato e alla qualità nel fraseggio.
Un jolly anche nel 3-5-2
Nel 3-5-2, modulo che Inzaghi sta sperimentando con continuità in Valle d’Aosta, Palumbo può ricoprire il ruolo di mezzala sinistra offensiva, oppure agire da mezzala destra a piede invertito: posizioni che gli consentono di attaccare gli spazi, sfruttare il mancino e servire palloni interessanti agli attaccanti.
È una risorsa preziosa anche grazie alla sua capacità di saltare l’uomo e creare superiorità numerica, qualità particolarmente utili contro squadre che si chiudono nella propria metà campo.
Il tassello che mancava
Negli ultimi anni il Palermo ha spesso faticato a trovare un giocatore davvero incisivo tra le linee. Due stagioni fa era stato Ranocchia a offrire qualche spunto, partendo con 4 gol nelle prime 4 partite, ma col tempo è poi stato arretrato nel ruolo di play basso.
Lo scorso anno il ruolo di trequartista era rimasto inizialmente scoperto a causa del 4-3-3 scelto da Dionisi. In un secondo momento è stato adattato Brunori, ma, pur con le sue indubbie qualità, il capitano ha più una predisposizione alla finalizzazione e non è un trequartista puro. L’arrivo di Palumbo colma questo vuoto, portando quella qualità tecnica che finora era mancata
Un Palermo più imprevedibile
Con Palumbo, il Palermo dovrebbe diventare più imprevedibile e completo, sia nella gestione del possesso che nelle situazioni di rifinitura. Un profilo perfettamente in linea con le richieste di Inzaghi, che in ritiro ha insistito molto sul movimento tra le linee e sulla necessità di non offrire punti di riferimento.
Il tecnico potrà contare su un interprete capace di variare soluzioni in attacco, cucire i reparti e offrire soluzioni di passaggio che, finora, erano rimaste troppo spesso inesplorate.

Un giocatore di livello superiore..
L’unica cosa che non capisco perché non giochi in serie A.
Farà innamorare i tifosi…
A Modena ha fatto cose bellissime..
Palumbo lo vedo meglio mezzala nel 3/5-2 con Blin e Segre vicini e Rodri Gomes in panchina (finalmente).
se vabbe sogna….!!!
Così finisce. L’unico che non l’ha capito sei tu.
Gomes è titolare fisso! Nessuno meglio di lui sa svolgere il lavoro di interdizione
Io lo vedo trequartista puro, suggeritore per le due punte Brunori e Pojianpalo
Squadra rinnovata, con più criterio mi sembra anche se , giudizio personale, non amo molto la difesa a tre . Per me sarebbe ideale un bel 4231 di guidoliniana memoria. Ma decide Inzaghi per fortuna.
Scusate, 4321 , insomma albero di natale . Con un mediano, un centrale costruttore con piedi buoni e la classica mezzala di inserimento a centrocampo, due trequartisti e la punta centrale . Ma pare non sia di moda…