Raiola: “Minacce di morte a Donnarumma, non è stato tutelato”

Dopo il no al rinnovo di Gigio Donnarumma col Milan e le polemiche degli ultimi giorni, l’agente Mino Raiola passa al contrattacco. Ieri il potente manager ha convocato i media a Montecarlo, dove ha spiegato dettagliatamente la situazione tra il Milan e Donnarumma, attualmente impegnato con l’Under 21 all’Europeo.

“Mi prendo io tutte le colpe, ma lascino in pace Gigio – esordisce Raiola alla Gazzetta dello Sport –  Sono arrivate addirittura minacce di morte alla sua famiglia, è incredibile. Ho sbagliato a non fermare subito questa macchina infernale. Perché tutta quella fretta? Tante pressioni? E il diktat del 13 giugno? Con quel martellamento non potevamo dire sì. Non c’erano i presupposti per un’intesa. Avevamo chiesto tempo e discrezione per lasciare Gigio sereno. Il Milan ha informato la stampa di ogni passaggio. I risultati si sono visti».

Raiola parla di un Donnarumma triste, soprattutto per un episodio: “Una parte dei tifosi s’e messa contro Gigio e la società non l’ha tutelato. Lo striscione sotto la sede non è stato rimosso, così come non gli è mai stata espressa solidarietà”.

Nelle tappe di questo rinnovo mancato, Raiola racconta i dettagli compresa una frase attribuita a Mirabelli: “Gigio inizialmente era convinto di restare al Milan, anche perché ricordo che a 14 anni scelse lui questi colori, dopo i contatti con l’Inter, nonostante la sua famiglia lo sconsigliasse dopo la delusione per la cessione del fratello Antonio. Gli ultimi tempi, però, sono stati tremendi. In particolare lo ha colpito quella frase di Mirabelli: se non firmi vai in tribuna. Vediamo che succede ora, ma qui c’è puzza di mobbing. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio”.

“Per andare a Madrid non ho bisogno di Galliani – prosegue Raiola – La verità è che lo cercano in tanti, come già a 16 anni. Invece lui preferì il suo Milan. Non mi fido neanche ora del nuovo Milan. Come loro di me. Il Milan è di Mister Li o di Elliott? Diciamo che ho un buon rapporto con Marco Fassone, lo conosco da tempo e lui sa bene che può contare su di me, anche se non mi va dire il perché”.

Chiosa finale di Raiola su Mirabelli, al quale non le manda a dire: “Non discuto la persona, ma i suoi metodi. Ad esempio nessuno nota che Conti ha minacciato di non presentarsi agli allenamenti dell’Atalanta per dire sì ai rossoneri. Gigio, invece, è sempre stato al suo posto, non ha mai avuto pretese economiche. E poi se hai in casa un top player come lui perché vai ad offrire il doppio o il triplo ai Morata o agli Aubameyang? Non è coerente”.


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