Martinelli: “Palermo è una bella sfida. La fascia di capitano? Un orgoglio”

Ripartire dalla serie D per tornare in alto. Alessandro Martinelli racconta in conferenza stampa le prime sensazioni da giocatore del Palermo e i motivi che lo hanno spinto ad accettare la sfida rosanero dopo la promozione in A con la maglia del Brescia.

ORE 12.56 – “La fascia di capitano? É stata una cosa inaspettata, un orgoglio, ma tutti dobbiamo essere dei capitani, soprattutto i più esperti devono mettersi al servizio dei giovani. Pergolizzi? A me piace bere il vino la sera, un bicchiere di rosso lo prendo con piacere (ride, ndr.)”.

ORE 12.55 – “La squadra? Ci sono tanti giovani bravi, anche altri bravi esperti. Dobbiamo cercare di lavorare sodo e recuperare il tempo perso. Ho parlato con Torregrossa prima di venire qua, mi ha detto che non me ne sarei pentito. Ci ho pensato e ho pensato di affrontare questa sfida in maniera positiva, è una sfida con me stesso alla fine. Nel calcio non c’è riconoscenza, spero di ripartire da qua per arrivare il più in alto possibile”.

ORE 12.53 – “Mi sto informando con i giocatori più esperti di questa categoria, servono cattiveria e voglia di vincere. Ci metterò del mio meglio e vedremo cosa accadrà. L’accoglienza dei tifosi è stata veramente incredibile, dobbiamo essere bravi a prenderla in maniera positiva perché a volte può giocare brutti scherzi. Dobbiamo soprattutto portare i tifosi dalla nostra parte col nostro atteggiamento, cercando di vincere sempre”.

ORE 12.51 – “Ci sono state altre offerte, ma erano progetti che non avevano molto attrazione. Ripartire dal basso col Palermo è invece una bella sfida, per cercare di riportarlo su. Può essere rischioso, se un anno va male posso ritrovarmi senza nulla nell’anno dopo. Ho rischiato e spero che vada bene”.

ORE 12.50 – “Palermo? È stata una situazione un po’ improvvisa. Conoscevo Palermo per averci giocato contro e mi è sempre piaciuta come piazza. Conoscevo anche Sagramola e Castagnini, è una bella sfida e spero di riportare il Palermo più in alto possibile”.

ORE 12.49 – “La promozione col Brescia? Gli altri miei compagni  sono stati bravi a rispondere sul campo in maniera importante e quando si vince non si cambia, quindi io sono rimasto fuori. Ho imparato a restare in panchina e a subentrare, sono arrivati anche gli infortuni purtroppo. Con Corini il rapporto era normale, c’era stima. Il Brescia ha puntato su altri giocatori, giovani, e io essendo un po’ più vecchio in confronto agli altri mi sono trovato fuori”.

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