Da Maradona a Miccoli: quando il “fuori dal campo” distrugge il mito

C’è un tramonto diverso e un destino Mangiafuoco e burattinaio nel succedersi di due avvenimenti. A poche ore di distanza, Fabrizio Miccoli, ex fantasista del Palermo viene condannato in via definitiva per estorsione aggravata dal metodo mafioso per un reato commesso ai tempi della squadra rosanero. Di quella vicenda, grave già nell’atto, la parte più squallidamente viscosa fu rappresentata da sue parole ignobili contro Giovanni Falcone. Mai perdonate dalla sorella del giudice.

In tanti ci siamo chiesti se Miccoli andasse condannato come uomo ma apprezzato per quanto fatto in campo. E questo stesso quesito amletico ce lo siamo chiesti anche per un dieci ben più vincente e idolatrato dal mondo, Diego Armando Maradona, di cui a un giorno di distanza dal carcere per Miccoli, si ricorda la sua morte.

I due hanno molto in comune. Bassi di statura, geniali, fantasiosi al limite della follia, atipici del calcio. Miccoli ha amato talmente Diego da comprare un suo orecchino e farsi tatuare il Che su un polpaccio senza nemmeno sapere chi fosse solo perché era un tatuaggio del “diez”, anche se poi ritrattò questa ignoranza.

E poi questa vita extracalcistica che per entrambi ha quasi travalicato quanto fatto in campo. Tuttavia a pelle, un paio di differenze sostanziali ci sono. Diego si è fatto male da solo. Ha fatto male a chi lo ha amato. Ha gestito male un potere e una popolarità che forse non ha mai capito fino in fondo. L’uomo si è fatto Dio ma non ha retto alla potenza. Diego ha solo percorso l’esistenza distruggendo se stesso.

Miccoli no. Miccoli ha scientificamente demolito il calciatore sovrapponendo un uomo discutibile. E a poco sono servite scuse per frasi che hanno sporcato un altro idolo della gente per motivi molto più nobili che prendere a calci un pallone. Forse è questa la differenza di fondo. Diego ci ha regalato poesia in campo distruggendo nel silenzio se stesso. Miccoli ha distrutto la sua credibilità quasi contemporaneamente alla poesia che aveva fatto sognare i tifosi rosanero in campo.

Non sono proprio sfumature. Sono parole pronunciate che restano come un inchiostro indelebile. Come un tatuaggio. E stavolta Miccoli sapeva benissimo cosa stava tatuando. Per sempre.

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11 thoughts on “Da Maradona a Miccoli: quando il “fuori dal campo” distrugge il mito

  1. Mah, non sono del tutto d’accordo: Miccoli è stato molto bravo come calciatore, ma non credo si sia mai reso conto veramente di quello che ha fatto; lo definirei non del tutto in grado di intendere, un bambino superficiale, non un delinquente vero.

  2. Se dovessi scegliere, sceglierei il gol alla Juve, a Torino. Picasso, la prospettiva. Su le palette ! 10 10 10 10 ! Il gol stampato sul collo, a forma di bacio, le labbra rosse della piccola Swami, swami, amore, ‘nanetto mio’. Si chiude con quest’ultima bruttura, la leggenda di un calciatore in rosanero, che ci faceva dimenticare le brutture della vita. Per 90 minuti e tutta la notte, per sognare ancora.

  3. Articolo sentenzioso e supponente forse in cerca di scoop. Direttore, per favore, su questa vicenda che travolge nel dolore un campione e tutta la sua famiglia non diamo parola a chiunque…

    1. Ettore Zanca non è “chiunque” ma un eccellente scrittore. Detto questo, lei ha tutto il diritto di non condividere le posizioni ma non mi sembra il caso di parlare di scoop. Comprendo bene che è materia spinosa e dolorosa ma questo è un altro discorso (gm)

  4. Fabrizio ha avuto una pessima assistenza legale e questo non l’ha capito in tempo. È stato questo decisivo. Perché la giustizia nel suo caso non è stata equa, il reato c’è ma la sentenza definitiva è fin troppo dura verso una persona che non ha nessuna pericolosità sociale, ma solo una personalità ingenua ed ignorante. E questo i veri tifosi lo han compreso e di certo non ha distrutto nessuna credibilità e poesia

    1. sono daccordo quasi su tutto. Non ho la presunzione di giudicare l’avvocato, ma di alcune cose cose sono certo. Fabrizio non sta pagando il reato di estorsione bensì le sue parole su Falcone. Fabrizio come uomo era un sempliciotto e troppo ignorante per capire in fondo chi frequentava e la pericolosità che ne conseguiva. Di certo non era un delinquente, anzi era un generoso per natura e viveva di valori genuini. Se avesse avuto la malvagità ed i cosidetti scaglioni non si sarebbe cacciato in questi guai. Ne uscirà comunque un uomo ancora migliore di quello che secondo me è. Fabrizio, fatti forza, Palermo ti vuole bene. Io sono sicuro che il tuo pentimento e le scuse alla famiglia sono sincere.

  5. Faccio una domanda alla redazione di carattere tecnico legata all’inchiesta. Questo credito su cui poggia l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso è stato alla fine recuperato dal diretto interessato? Se sì, con quali modalità?

    1. Non la cifra intera. Ma per il giudice tale circostanza e la dinamica dei fatti sono state sufficienti per configurare il reato di estorsione (aggravata) (l.p.)

  6. Il mito rimane, non facciamo gli ipocriti, ci sono certi politici che hanno fatto cose peggiori e non solo non hanno fatto nemmeno 1 giorno di galera ma continuano a comandare e a fregare la gente. Certi ambienti possono portare a fare sbagli, Miccoli ovviamente paga la sua poca cultura ma mica è un criminale. Forza Miccoli.

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