Champions League, addio supplementari? Cosa c'è davvero sul tavolo UEFA e perché se ne parla ​​

Champions League, addio supplementari? Cosa c’è davvero sul tavolo UEFA e perché se ne parla

È vero, si sta parlando di togliere i tempi supplementari nelle fasi a eliminazione diretta e di andare subito ai rigori, ma perché? Vediamo tutte le motivazioni, per ora comunque tutto resta nella normalità e la stagione 2025-2026 si svolgerà senza cambiamenti, secondo la nuova formula svizzera.

Partiamo dal punto più importante, la UEFA ha detto chiaramente, almeno per ora, i 30 minuti extra prima dei rigori restano sia in Champions che in tutte le altre coppe europee.

Detto questo, nei primi mesi del 2025 si è davvero discusso dell’ipotesi di passare direttamente ai rigori al 90′. La UEFA ne aveva parlato con i club, poi il 15 aprile l’ipotesi è stata accantonata, ma il dibattito è ancora acceso.



E i tifosi digitali? La passione si fa sentire anche online

Il calcio vive allo stadio e in TV, ma anche online, dove le community e l’intrattenimento si intrecciano. Molti appassionati alternano la visione delle partite ai giochi e ai passatempi a tema pallone: dal fantacalcio ai minigiochi presenti su Boomerang e su altri casinò online. Ma perché i fan scelgono sempre di più il gioco online? La risposta è molto semplice: perché è veloce, alla portata di tutti e molto coinvolgente. Non c’è bisogno di essere in forma né di essere sportivi per giocare come titolari nella propria squadra del cuore e per portare il club alla vittoria.

L’inclusività dei giochi online è un grande punto di forza. Poi, a chi di noi non piace fare una partita veloce mentre si attende l’inizio del secondo tempo? I casinò dispongono di così tanti giochi a tema calcio che c’è solo l’imbarazzo della scelta!

Perché togliere i supplementari? Tutte le motivazioni

Il motivo principale è sotto gli occhi di tutti, il calendario è saturo. Nel 2024/25 è partita la nuova Champions con la formula svizzera, che aumenta le gare nella fase di lega prima della griglia a eliminazione diretta. Più partite significano più minuti e meno recupero tra un impegno e l’altro.

Le preoccupazioni non arrivano solo dai club: FIFPRO, il sindacato mondiale dei calciatori, da anni segnala un carico eccessivo. Nel rapporto 2024/25 pubblicato a fine settembre, FIFPRO parla chiaramente di soglia critica, con giocatori che superano quota 60 partite stagionali e più di 6000 minuti. L’organizzazione chiede delle salvaguardie minime di riposo e delle finestre di recupero strutturate.

Togliere i supplementari viene visto da alcuni come una micro-misura per limare i minuti quando il doppio confronto finisce in parità. Non una rivoluzione del gioco, ma un taglio possibile laddove l’alternativa aumenta il carico su atleti che sono già allo stremo delle forze.

Supplementari, rigori e opinione dei tifosi

Da quando è stata cancellata la regola del gol in trasferta, la Champions ha comunque registrato un numero limitato di extra-time:

  • 37 partite sono arrivate ai supplementari
  • 15 si sono decise ai rigori

In Europa League e Conference, più della metà dei match finiti ai supplementari si sono chiusi dal dischetto.

E i tifosi? Pare che una lieve maggioranza sia favorevole a eliminare i supplementari in Champions: 45% pro e 37% contro. È interessante il fattore generazionale, tra i 18-34enni l’appoggio sale al 58%. In altre parole, non c’è un consenso schiacciante, ma una fetta rilevante del pubblico spinge per andare direttamente ai rigori.

Quali sono le obiezioni che sono state mosse

Perché allora la UEFA ha frenato? C’è una preoccupazione tecnica, se si tolgono i supplementari, più squadre potrebbero giocare per i rigori. In un’era in cui la Champions punta a più spettacolo e scontri tra big già nella fase di lega, la prudenza estrema non è un messaggio coerente.

C’è poi un tema storico/culturale: i supplementari fanno parte del rituale delle grandi notti europee. Togliere mezz’ora extra significherebbe cambiare la grammatica emotiva di certe partite, dalla gestione dei cambi fino alla preparazione atletica specifica.

La nuova formula svizzera aumenta le partite

Con la fase di lega introdotta nel 2024/25, la Champions allarga il menu di partite prima degli incroci a eliminazione diretta. La UEFA e i club hanno puntato su più incontri di cartello, ma il compromesso è uno: trovare dei margini per non schiacciare i giocatori. È qui che rientra ciclicamente l’idea no extra-time: pochi casi, certo, ma ogni minuto risparmiato può essere un grande vantaggio.

Non è l’unico cantiere aperto: nel 2026, ad esempio, la finale scatterà tre ore prima (18:00 CET) per migliorare l’esperienza dei tifosi e i flussi di trasporto. Scelte di questo tipo raccontano una governance che, passo dopo passo, sta mettendo mano al format e alla logistica, anche senza toccare, per ora, i supplementari.

Come cambierebbero le partite senza supplementari

  • Gestione dei cambi: Con 30 minuti in meno, i tecnici forse risparmierebbero meno energie per l’extra e sfrutterebbero i cambi prima del 90′. Meno congelamento dei cambi tattici, più scelte aggressive in funzione dei rigori.
  • Approccio psicologico: Sapere che al 90′ ci sono subito i rigori potrebbe spingere alcune squadre a chiudersi, ma altre a cercare l’ultimo assalto per evitare la lotteria. La risposta non è scontata e dipenderebbe molto dal profilo delle squadre in campo.
  • Allenamento e infortuni: Ridurre extra-time significa togliere potenziali picchi di fatica in un contesto di overload certificato dai report FIFPRO. È un dettaglio? Forse. Ma i dettagli contano quando sommiamo minuti su minuti durante l’anno.

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