Dionisi: "Io ad Empoli perché la squadra è allenabile, non sempre mi è successo" ​​

Dionisi: “Io ad Empoli perché la squadra è allenabile, non sempre mi è successo”

Alessio Dionisi torna a parlare. Il tecnico si è presentato come nuovo allenatore dell’Empoli rilasciando un’intervista per pianetaempoli.it. Il club toscano ha inoltre pubblicato sul suo sito un riassunto delle sue dichiarazioni in conferenza stampa-

“Sono arrivato perché sapevo che questa squadra è una squadra allenabile, non sempre mi è successo. Sapevo che avrei trovato un ambiente dove posso fare quello che mi piace, cioè allenare. Non è sempre così, poi è ovvio che deve saper fare anche altre cose ma la prima è allenare”.

Le dichiarazioni di Dionisi

“Empoli per me è un ambiente nuovo ma non nuovo, rappresenta un passo in avanti. Sono contento perché conosco questa realtà: qui si fa calcio, è stata semplice la decisione di tornare. Non voglio pensare a quello che è stato sul campo nell’anno della promozione, pur essendo stata una stagione indimenticabile. Dispiace che non sia finita bene con la gente, ci sono state delle incomprensioni, avevo meno esperienza e nella comunicazione qualcosa si è frainteso per mia responsabilità. Al tempo stesso ho grande rispetto di Empoli e dei suoi tifosi, che in quella stagione stagione hanno condiviso solo in parte il nostro percorso”.



“Fu una stagione particolare per il Covid, ricordo bene il post gara con il Cosenza, la partita della promozione, con i tifosi fuori dallo stadio: è un ricordo indelebile. Sono qui perché l’ho voluto, come il presidente Corsi ed il direttore Gemmi. I matrimoni si fanno in due, in questo caso in tre visto che c’era anche un ‘altra società coinvolta. L’ambiente lo conosco e per me è stata la carta vincente”.

“All’Empoli le squadre vengono costruite con logica e seguendo un’idea di gioco, è un gruppo mediamente giovane. C ’è margine per fare bene e crescere partendo da quello che è stato fatto. Lavoreremo su cose che già venivano fatte mentre altre le cambieremo, è normale che un allenatore porti le sue idee”.

“Penso che il gruppo debba crescere in personalità, autostima e consapevolezza: questo è un gruppo giovane con del potenziale. Cresceremo con l’aiuto di tutti. I numeri dicono qualcosa ma non tutto. Lavorare sulla compattezza, sulla lunghezza della squadra, serve unità d’intenti. Sarà importate recuperare dei giocatori per la squadra, saranno determinanti per il gruppo”.

“Questa è la prima volta che subentro a stagione in corso. Torno dove sono già stato. Tra l’altro posso lavorare nella mia regione essendo toscano, in una società in cui conosco tanti dirigenti ed amici. Tornare in un ambiente che conosco ha significato un quid in più per subentrare. Lavoreremo sulla continuità, su quello che stavano facendo. Cercheremo di partire dalle qualità dei ragazzi, che hanno del potenziale. Domani ci aspetta una gara difficile, il Venezia è tra le squadre più accreditate. Ce la possiamo giocare con tutti compreso con il Venezia”.

“L’esperienza serve anche se ti invecchia…. (sorride, ndr) speriamo mi possa aiutarmi nella gestione. L’obiettivo è ragionare sul risultato, noi non abbiamo tempo di aspettare che arrivi. Se l’Empoli vuole fare l’Empoli deve distinguersi. Dobbiamo essere determinati, vogliosi e tirare fuori le qualità. Questa è una piazza diversa, quando abbiamo ottenuto la promozione in Serie A abbiamo festeggiato con una maglia con scritto 7: sono tante le promozioni per di più in gran parte concentrate negli ultimi trent’anni. Spero di essere all’altezza dell’Empoli”.

“Venezia? Gara importante, abbiamo avuto tempo di prepararla. Da giovedì ho iniziato a lavorare con i ragazzi, la squadra ha delle qualità. Anche il Venezia le ha e come noi è retrocesso dalla Serie A. Spesso in Serie B le retrocesse perdono di vista quello che sono: siamo da Serie B, non pensiamo a quello che eravamo. Il Venezia ha una idea di gioco e l’ha espressa. Noi battaglieremo e venderemo cara la pelle. Dobbiamo avere voglia di dimostrare e di arrivare”.

“Ho trovato un gruppo molto molto disponibile. Quando il direttore Gemmi mi ha chiamato sono partito da due cose: un club che conosco, l’ambiente, dirigenti con cui ho legato come con tante persone. Altra cosa: sapevo che avrei trovato disponibilità, valore ed età giovane della squadra. Ho trovato quello che mi aspettavo ed un gruppo unito. Il campionato di Serie B è bello, chi è dentro vive sulle montagne russe. Serve equilibrare gli umori, in Serie B ci sono sempre sorprese positive e negative. Parliamo dell’unico campionato dove la retrocessa a volte lotta per salvarsi e la neopromossa per salire. Succede solo in Serie B”.

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9 thoughts on “Dionisi: “Io ad Empoli perché la squadra è allenabile, non sempre mi è successo”

  1. Mamma mia, dopo prestativo, allenabile ma che pochezza. Riesce ancora a sorprendere, negativamente. Poi come l’anno scorso, mezze frasi buttate lì, allusioni “non sempre mi è successo”, “non sempre è così “. Ma cosa vuol dire, si riferisce al Palermo? Parla chiaramente, facci capire

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