Arcoleo: “I picciotti? Un orgoglio. Vittorie indimenticabili”

L’ex allenatore e giocatore del Palermo, Ignazio Arcoleo, è stato intervistato tra le pagine del Giornale di Sicilia da Carlo Brandaleone. Il tecnico ripercorre la sua carriera e i suoi record: è stato l’unico calciatore del Palermo ad avere giocato le due finali di Coppa Italia nel 74′ e nel 79′.

Due ferite ancora aperte – afferma –, sono stati i momenti più tristi della mia carriera da calciatore del Palermo“. L’allenatore prosegue raccontando le prime esperienze in panchina: “Sono diventato allenatore a Mazara. E dire che non ci volevo andare, giocavo ancora con la Reggina”. Adesso continua a insegnare i fondamentali a i giovani del Ribolla: “Solo col miglioramento della tecnica individuale si migliora la squadra. A  Trapani, ad esempio, lavorai tanto con Marco Materazzi che suo padre voleva si desse al basket. La Sicilia ha un serbatoio di giovani eccezionale, bisogna lavorarci con passione, occorre avere più coraggio e farli giocare“.

Il viale dei ricordi porta all’eroico Palermo dei Picciotti: “Un grande orgoglio perché il Palermo non mi aveva ancora tenuto in considerazione come tecnico. Portai subito le mie idee e i giocatori palermitani che avevo avuto a Trapani come Vasari e Galeoto. La coesione del gruppo fu fondamentale. Volevo un calcio fatto di amore e sacrificio. Il messaggio fu recepito: partite come la vittoria sul Parma o contro il Vicenza non le dimenticherò mai”. Infine, l’analisi dei rosanero di Boscaglia: “Contro il Catanzaro il Palermo non meritava assolutamente di perdere. Non so come andrà quest’anno, auguro a Mirri e alla squadra di fare un exploit nei play-off”.

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6 thoughts on “Arcoleo: “I picciotti? Un orgoglio. Vittorie indimenticabili”

  1. Ma come fate a dare ancora voce ad un personaggio come ARCOLEO ? UNO CHE HA RINNEGAO IL PALERMO E COME DISSE BARBERA HA SPUAO SUL PIAO DOVE HA MANGIATO …..

  2. Mi permetto di apportare una piccola correzione. La seconda finale di Coppa Italia, persa anch’essa in modo sfortunato, si disputò nel 1979 e non nel 1976.

    1. Posso scrivere la frase fatidica: io c’ero. A Napoli. E i napoletani tifavano Juventus, perché vincendo la coppa i bianconeri sarebbero andati in Coppa delle Coppe e avrebbero liberato un posto in Coppa Uefa per il Napoli. Per il bambino che ero allora fu una coltellata: ero cresciuto sentendo parlare di orgoglio meridionale, fratellanza sudista, abbasso le strisciate del nord…e li sentii cantare “Palermo colera”. Loro…i napoletani…colera a noi!

  3. I ricordi lieti della squadra rosanero sono quelli con i vari Miccoli, Pastore,,Ilicic, Amauri, toni,Corini, grosso, balzaretti ecc….,non certo il Palermo dei picciotti che non ha mai vinto un tubo.

  4. Leggere gli ultimi due commenti fa veramente pensare…
    Facevo il militare lontano da casa e ricordo ancora adesso la prima stagione straordinaria del “Palermo dei picciotti”. Stavo sempre attaccato alla radiolina. Quella squadra, senza nè arte nè parte mi fece sognare. La vittoria col Verona, con la Salernitana confermate dal 90mo minuto. Il gol di Galeoto col Vicenza in Coppa Italia, visto durante una brevissima sintesi mentre ero allo spaccio militare. Tutti ricordi indelebili.
    A quel tempo non c’erano soldi ma c’era tanto entusiasmo e tanta dignità.
    Come si fa a paragonare quel miracolo sportivo e sociale con lo schifo che è venuto dopo grazie al mercante friulano?
    Ma al palermitano medio, la dignità non serve. Lui si accontenta di ben altro.

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