Balenciaga: le sue maglie, la mia gioventù. “Ero Vip e non lo sapevo”

Questa è una collezione di Balenciaga. Lanciata un paio di anni fa ma resa famosa adesso da alcuni vip che l’hanno indossata. Avete visto bene. Sono maglie da calcio. Il prezzo? 650 euro. Per i profani una normale maglia di una squadra costa 80 euro ma basta andare nei periodi giusti in siti di outlet per prenderle a nulla. E per qualcosa in più ci sono anche le scarpe abbinabili. Da calcio ovviamente e con i tacchetti.

A parte che se avessi 650 euro da buttare non avrei 650 euro da buttare, il discorso è un altro. Da ragazzino io camminavo sempre con addosso le maglie da calcio. E per questo suscitavo grasse risate. A quei tempi non si usava. Nemmeno giocarci tra coetanei anche perché non era facile trovarle tra l’altro. Ci andavo anche a scuola. E non vi dico anche lì l’umorismo a quintalate.

Adesso le maglie sono capi di abbigliamento che addirittura raccontano storie. E potrei tenere lezioni sul loro valore narrativo. Anzi, lo faccio e qualche malcapitato mi ha già ascoltato. E sono veicoli di messaggi. Ma non è questo il punto. Anche perché Balenciaga forse nemmeno conosce questo lato da racconto di una maglia.

Il punto è che vi detesto. Sì. Parlo con voi che avete riso sul fatto che indossavo maglie ovunque. Ce l’ho anche con la mia famiglia. Mio padre che quando mi vedeva mi diceva “ma lei bel giovane, quanti anni ha?”. Quelli a cui dicevo che le maglie da calcio le avrebbero indossate per strada e non solo allo stadio. Gli amici e le ragazze che mi dicevano “dove vai conciato così?”. Il mio migliore amico, Enrico buonanima, compreso. E pure mio figlio che dopo una iniziale passione mi ha mollato lì da solo.

Avete stroncato una carriera. E l’ho scoperto adesso. A quest’ora sarei un designer di moda che 100 grammi di acrilico puro li venderebbe a centinaia di euro e non si dovrebbe preoccupare della bolletta del gas come un vero vip. E senza nemmeno tutto il carico di storia che può avere una maglia da calcio vera. Sappiatelo. Non dimentico i vostri nomi. E un giorno vi busserà alla porta un uomo ubriaco e con la pelle bruciata dal sole e dagli stravizi urlandovi e sputacchiando con un alito etilico “tu mi hai rovinato la vita!”.

Bene. Quell’uomo sarò io. E vi ricorderete quando in un’epoca lontana irridevate un illuminato che vi diceva “un giorno le maglie da calcio le indosseranno come un capo di abbigliamento”. Stroncatori di carriere altrui. Scherzo ovviamente. Anzi. Posso dire con tutto il cuore che guardando una foto così mi sono commosso. Ma non per Balenciaga.

Ho ripensato a mio padre che in pieno inverno del 1995 mi fece trovare la maglia della Sampdoria a maniche corte, quella nera, sopra un ventilatore con un biglietto.
“Questo è il tuo regalo di natale. Io e mamma abbiamo pensato che lo vorrai indossare subito e quindi per te è già estate anche se fa un freddo cane. Il ventilatore serve a convincerti che c’è caldo”. Tiè, Balenciaga.

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