Cassini si racconta: “Ho vissuto un’infanzia serena. Che emozione il mio primo gol in rosanero”

Matheus Cassini si è raccontato in una bella intervista rilasciata al Corriere dello Sport, facendo un salto nel passato e nella sua infanzia, dai primi passi mossi in Brasile, fino all’arrivo in Italia grazie al Palermo: “Per me il calcio italiano è un mondo da scoprire. Non ho mai giocato in Serie A né in B, né in campionati che non fossero giovanili. C’è sempre spazio per un sorriso. Ho scritto sul diario: che sia una stagione di successi. Non cambio idea. Ho vissuto un’infanzia serena e di questo debbo ringraziare i genitori -dichiara l’attaccante rosanero-. Nel tempo libero mi piaceva andare al centro commerciale o stare a casa con i videogames. Il mio primo pallone me lo regalò nonna Suely, che è anche accesa tifosa del nipotino, e mi divertivo a prendere a pallonate tutto quello che c’era nel comodino, con il mio miglior amico Lucas, mio fratelo Daniel e tanti altri. L’unica indispettita, la nonna. Ancora fa l’inventario dei vasi rotti. Ho preso il diploma ma studiare non mi piaceva. In educazione fisica avevo il massimo dei voti e il professore mi adorava. L’unico, forse- dichiara ridendo.
Quando ho segnato il mio primo gol con la maglia rosanero (Palermo-Calciochiese) ho pensato: ‘Finalmente!’. Così non mi chiederanno più quando segnerò. Scherzi a parte, anche se non era quello della finale di Champions, il gol fa parte del mio bagaglio e rende comunque felici. Si può esultare per una rete che solitamente passa inosservata? Si può, se ci si crede. Ogni cosa ha la sua importanza, il gol come un passaggio o un assist”.

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