Catania, nota della Sigi: “Closing non lontano. Grazie Tacopina”

Ci sono dei ritardi ma il closing non è molto lontano. È questo, in sintesi, il contenuto del comunicato ufficiale pubblicato dalla Sigi, attuale proprietaria del Catania. Dopo la firma del preliminare, si attendeva il passaggio ufficiale delle quote per giorno 25 febbraio, ma ancora non si sono risolte le questioni con l’Agenzia delle Entrate e il Comune di Mascalucia. Servirà altro tempo, Joe Tacopina deve ancora aspettare.

Ecco la nota:

“SIGI, Joe Tacopina e i rispettivi professionisti si sono incontrati giorno 25 febbraio, come sempre in piena sintonia per giungere al comune obiettivo, aggiornando il programma alla luce dei riscontri mancanti. In merito a questi ultimi, s’impone una doverosa cautela mediatica, trattandosi di materia complessa e di tempi tecnici non sempre prevedibili.

L’epocale data del closing sarà un’altra, ormai non molto lontana, ma il 25 febbraio 2021 è stato comunque un giorno fondamentale per il Calcio Catania. Rivolgo un ringraziamento speciale a Joe Tacopina per la sua paziente attesa, che consente alla SIGI di continuare a lavorare per rilanciare il Calcio Catania dove merita.

Le nostre esigenze di slittamento sono state comprese e rispettate da Joe e la sua presenza al fianco di SIGI, in questi giorni, sarà particolarmente utile per programmare insieme il futuro imminente, che investe l’attuale proprietà del compito di onorare le scadenze (pagamento dei creditori e gestione ordinaria).

Il Catania, in campo, continuerà a dare il massimo, con altri due impegni ravvicinati, tra questi il gran derby di Sicilia all’orizzonte: questa volta non possiamo sbagliare. Noi siamo il Calcio Catania e in questo grande NOI ci siete tutti voi… ciascuno di voi!”.

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1 thought on “Catania, nota della Sigi: “Closing non lontano. Grazie Tacopina”

  1. Confido nell’inflessibile correttezza dell’Agenzia delle Entrate.. e nella sua resistenza alle fortissime pressioni politiche che sta ricevendo. Ma sono sotto il vigile sguardo di tutti, perché non si può transigere su un debito enorme nei confronti non solo della Pubblica Amministrazione ma della collettività tutta.

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