Cento giorni di Palermo, cento passi verso… il cielo

FOTO PEPE / PUGLIA

Auguri al “nuovo” Palermo che oggi compie cento giorni. Un lasso di tempo congruo per un primo, parziale ma significativo bilancio che non può che essere positivo. Era il 24 luglio quando a Palazzo delle Aquile nasceva l’era di Hera Hora, la società che ha vinto l’avviso pubblico del Comune di Palermo per l’affidamento del titolo di serie D.

In verità sembrano passati cento mesi o cento anni da quel giorno che ha dato il via a un tourbillon di azioni e affannose rincorse contro il tempo che hanno portato alla rinascita del calcio. Quel giorno di caldo estivo, di tensioni mediatiche e di grande attesa, in pochi avrebbero scommesso su quello che poi è davvero successo: il Palermo c’è, è primo in classifica seppure in serie D, la tifoseria c’è, l’entusiasmo spontaneo c’è più di prima e le prospettive ambiziose per il futuro hanno ancora ragione di esistere.

I lettori di Stadionews sapranno bene che non sono appassionato di “record di serie D” (da quello degli abbonati a quello dei punti) perchè – probabilmente è un problema mio – avrei voglia che nulla del “mio” Palermo, del “nostro” Palermo, sia legato a una categoria che non ci può appartenere. Ma siccome da qui si doveva ripartire non si può che applaudire tutto lo staff per quello che si è finora fatto. I più critici diranno che il problema non era certo vincere la serie D ma non è così perchè nel calcio nulla è scontato. Ai problemi successivi ci si penserà dopo.

Ricordo bene la ripartenza di 33 anni fa che comunque non è paragonabile a questa perchè allora ci fu un anno di “buco” calcistico e più tempo per programmare. Anche quella promozione dalla quarta serie, alla fine, fu agevole ma la partenza molto più problematica di questa se è vero che dopo la sconfitta a Crotone, alla terza di campionato, si pensò perfino di interrompere il rapporto con Caramanno.
Quest’anno Pergolizzi ha fatto il massimo e anche di più. Non era facile anche avendo a disposizione una squadra costruita con intelligenza e competenza. Sono state poste le fondamenta di un sogno che avrà bisogno di alcuni anni per potersi avverare.

Ma come in tutti i cammini, la strada si percorre passo dopo passo. E il Palermo ha fatto i suoi primi cento passi verso il cielo. Cento, un numero “strategico” nel lessico giornalistico. Oltre ai celebri “Cento passi”, lo strepitoso film di Marco Tullio Giordana sulla storia di Peppino Impastato, si parla spesso dei primi “cento giorni” di un Governo, che di solito rappresentano il momento di un primo bilancio del dopo voto.

Ho scoperto in questi giorni che l’espressione dei “cento giorni” non è per nulla recente ma è diventata “storica” già nel 1815, ai tempi del declino di Napoleone Bonaparte. E poi ho scoperto che “Cento giorni” è anche il titolo di un popolare 45 giri del 1966 di Caterina Caselli che non conoscevo. Il testo di quella canzone, nel ritornello, recita: “Io ti amo, io ti amo, per cento giorni, per cento anni, non finirò di amarti mai”. Una chiusura di pezzo magari un po’ “tascia”, lo ammetto, ma in fondo indicata per raccontare una storia, quella del Palermo, che ha già superato i 100 anni. E che vorremmo continuasse per altri cento e cento e cento anni ancora.

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