Corini come Allegri e Italiano: quando la formazione cambia sempre

FOTO PEPE/PUGLIA

Una rosa di tutti titolari e quindi una formazione sempre diversa. Eugenio Corini sta sfruttando al massimo il ricco organico messo a disposizione dalla società con il calciomercato estivo e, di partita in partita, sta effettivamente cambiando sempre il suo Palermo, un po’ come fanno altri allenatori in Italia. Soltanto una volta il Palermo ha mantenuto la stessa formazione: e proprio in quell’occasione è arrivata l’unica sconfitta.

Corini è fra gli allenatori che, fra Serie A e Serie B, hanno cambiato più spesso la squadra titolare. Proprio come la Juventus di Massimiliano Allegri, il Palermo è sceso in campo soltanto una volta con la stessa formazione della partita precedente; ma il ‘re’ dei cambi è Vincenzo Italiano, che alla Fiorentina ha sempre proposto una squadra diversa.

La strategia dei due allenatori di Serie A va avanti da più un anno e i loro numeri sono impressionanti. Allegri ha cambiato lo schieramento titolare per 112 partite di fila: il tecnico bianconero a volte è stato costretto a cambiare a causa di infortuni, mentre altre lo ha fatto in base all’avversario. Italiano, invece, è ancora in striscia con 116 formazioni diverse consecutive e nel suo caso si tratta di un turnover quasi scientifico, perché vuole che i suoi giocatori siano sempre al massimo della forma.

Corini si è unito a questo particolare ‘club’ per un motivo più simile a quello di Allegri. Il tecnico non cambia il suo Palermo per fare rifiatare i suoi giocatori – dato che comunque, senza una seconda competizione, il turnover avrebbe poco senso – ma lo fa perché la sua intenzione è quella di studiare l’avversario e il suo gioco, mettendo in campo i giocatori più adatti per fare la differenza.

Il reparto più cambiato, in questo senso, è il centrocampo. Che a volte è stato effettivamente l’arma in più per il Palermo, come nella vittoria di Venezia: in quel match, Corini ha cambiato 3 giocatori su 3 in mezzo al campo rispetto alla partita precedente. La zona meno modificata dal tecnico è chiaramente la difesa, con gli intoccabili Lucioni, Ceccaroni e Mateju, anche se sulla sinistra c’è sempre la staffetta Lund-Aurelio. Davanti, invece, Corini avrebbe un tridente titolare, ma è stato costretto sempre a mischiare le carte a causa di infortuni (solo Brunori è partito sempre dall’inizio).

Un’unica volta il Palermo è sceso in campo con la stessa formazione. E ha perso. In campionato, lo stesso 4-3-3 si è visto sia contro l’Ascoli, il 16 settembre, sia contro il Cosenza, il 22 settembre: una formazione con Henderson, Stulac e Segre a centrocampo, mentre sulle fasce c’erano Di Francesco e Di Mariano. In nessuna delle due partite ha segnato un titolare (l’unico gol l’ha fatto Mancuso dalla panchina) e in entrambi i casi il Palermo ha faticato di più. Insomma, le statistiche stanno dando ragione alla strategia di Corini e, guardando l’unico precedente negativo, il tecnico sarà incentivato a continuare così.

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6 thoughts on “Corini come Allegri e Italiano: quando la formazione cambia sempre

  1. Corini grande allenatore e gestore di squadra. Carismatico, puntiglioso e mi dicono anche parecchio… scaramantico!

    1. Questo commento sembra scritto nel 1983. Ti sfugge che con 5 sostituzioni e le partite che durano 100 minuti il concetto di “panchinaro” è obsoleto.

  2. Contemporaneo hai ragione. Il Palermo per ora sta vincendo perché ha più titolari degli altri. Ormai si gioca in 16 che vanno in campo + i sostituti inevitabilmente utilizzati in caso di infortuni (sempre più frequenti con il calcio moderno) e/o per affrontare diverse situazioni tattiche.

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