Coronavirus, l’accusa dall’ospedale lombardo: “Tamponi ai calciatori e non ai medici: è discriminazione”

Tamponi ai calciatori e non ai medici: questa è discriminazione“. È questo il succo della durissima denuncia di Nicola Mumoli, direttore dell’Unità operativa di Medicina interna Ospedale di Magenta, comune di quasi 25mila abitanti nella città metropolitana di Milano.

Il medico ha scritto una lettera pubblicata dal Corriere della Sera. “Una nostra collega al lavoro fra pazienti affetti da Covid-19 si è ammalata, ma dopo molte chiamate ai numeri nazionali le è stato negato il tampone”, si legge. “A calciatori, attori e politici che stanno bene, invece, viene fatto“.

“Le pagine delle cronache riportano le buone condizioni di calciatori – continua – attori e politici che esattamente come la mia collaboratrice hanno avuto “contatto con persone positive e sintomi da virosi” ma cui, a differenza della dottoressa, è stato eseguito il tampone e quindi formulato un corretto programma sanitario di controllo”.

Il primario conclude così: “Se si deve scegliere tra un calciatore e un medico non ci sono dubbi e ci sentiamo condannati a sparire sotto quella mascherina che indossiamo ogni giorno con grande fierezza, esercitando un lavoro che mai come ora consideriamo un privilegio”.

LEGGI ANCHE

CORONAVIRUS IN SICILIA, IL BOLLETTINO DEL 23 MARZO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *