Dal Palermo al Sassuolo: l’Italia che vince pesca ancora in “provincia”

L’Italia del calcio, finora la squadra più brillante dell’Europeo, ha un debito di riconoscenza verso il Sassuolo. La conferma è arrivata mercoledì contro la Svizzera: il primo dei tre gol, forse il più bello della manifestazione, è stato letteralmente inventato da Berardi e Locatelli che hanno “spaccato” la partita mettendola in discesa per l’Italia e dando un contributo non indifferente alla qualificazione agli ottavi di finale. Ancora una volta la “provincia” del calcio italiano sale sugli scudi.

Oggi tocca al Sassuolo, nel 2006 – quando vincemmo il Mondiale in Germania – questo ruolo toccò al Palermo. Ricordate? Era la Nazionale di Lippi che trovò linfa vitale nella rosa del Palermo che da poco aveva iniziato il ciclo vincente con Zamparini. Anzi, il contributo del Palermo fu addirittura maggiore: dopo Juve e Milan, il Palermo è stata la squadra che fornì a Lippi il maggior numero di giocatori: 4 giocatori… + 1. I quattro erano Zaccardo, Grosso, Barzagli e Barone, il + 1 era Luca Toni, che l’anno prima del mondiale era stato venduto alla Fiorentina dopo i 50 goal che aveva segnato con il Palermo dal 2003 al 2005.

Con la difesa “targata” Palermo, l’Italia dimostrò grande compattezza e, con un po’ di fortuna e con un gruppo capace di resistere alle enormi pressioni di quella estate condizionata da “Calciopoli“, riuscì a vincere un Mondiale in cui di certo non partiva come favorita. Un’impresa leggendaria di cui – a distanza di 15 anni – ricordiamo nitidamente il rigore decisivo in finale trasformato da Fabio Grosso.

L’apporto del Palermo non fu marginale: Zaccardo, Grosso e Barzagli se la giocarono da titolare almeno una volta. Barzagli contro l’Ucraina, Zaccardo contro Ghana e USA (quando l’autogol gli costò il posto da titolare), Grosso contro Ghana, Repubblica Ceca, Australia, Ucraina, Germania e Francia. A centrocampo, Barone comparve la prima volta contro i cechi sostituendo Camoranesi, e la seconda contro l’Ucraina al posto di Pirlo.

Il piccolo Sassuolo adesso può fare grande l’Italia. Viste le premesse si può essere fiduciosi. E magari sperare anche in un’altra piccola favola, quella di Raspadori, il giovanissimo attaccante del Sassuolo che Mancini ha voluto premiare con l’ultimo posto utile nella rosa dei convocati. Per ora gli tocca guardare dalla panchina, se l’Italia andrà molto avanti chissà.

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2 thoughts on “Dal Palermo al Sassuolo: l’Italia che vince pesca ancora in “provincia”

  1. come non si può sentire dire meglio in serid o C che con Zamparini…..vergogna solo vergogna….adesso ci annachiamo Broh e Saraniti

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