Fine di un equivoco: il bilancio amaro dell’era Dionisi a Palermo

Adesso è ufficiale: Alessio Dionisi non è più l’allenatore del Palermo. Il comunicato del club ha solo sancito un epilogo già scritto da settimane, in attesa del suo successore, che risponde al nome di Filippo Inzaghi. Per Dionisi si chiude così un’esperienza durata appena una stagione.
Arrivato a Palermo con un contratto biennale (più opzione per il terzo anno), Dionisi ha terminato la stagione regolare all’ottavo posto in classifica, venendo eliminato al turno preliminare dei playoff dalla Juve Stabia. Un bilancio che lascia poco spazio alla difesa: 41 partite disputate, con 15 vittorie, 10 pareggi e 16 sconfitte. 53 gol segnati e 49 subiti, con una media punti in Serie B di 1,37.
Un ciclo breve e mai convincente
Il breve ciclo di Dionisi a Palermo è stato segnato da numeri deludenti e da una costante sensazione di incompiutezza. La media punti (1,34 considerando tutte le competizioni) risulta inferiore perfino a quella del suo predecessore Corini (1,42), esonerato a stagione in corso. A pesare non sono stati solo i risultati, ma soprattutto il contesto in cui questi sono maturati: una squadra spesso involuta, spenta, priva di anima e identità.
Ma il problema principale è stato il rapporto con l’ambiente. Dionisi non ha mai saputo entrare in sintonia con la tifoseria e i segnali d’allarme sono apparsi fin da subito. La contestazione degli ultras e le dichiarazioni pubbliche del tecnico, ritenute fredde e distanti, hanno solo alimentato una frattura progressivamente più profonda. Il culmine è arrivato dopo la sconfitta interna con la Cremonese, quando i cori contro Dionisi si sono trasformati in una richiesta corale di esonero.
Dall’entusiasmo iniziale al gelo dell’inverno
E pensare che l’arrivo di Dionisi era stato accolto con cauto entusiasmo. Reduce da due stagioni in Serie A col Sassuolo e da una promozione con l’Empoli, il profilo sembrava quello giusto per rilanciare le ambizioni di promozione. L’intenzione del club era chiara: affidarsi a un tecnico capace di proporre un calcio propositivo e moderno. Le prime dichiarazioni nella conferenza di presentazione lasciavano ben sperare.
Ma la stagione ha preso presto una piega negativa. Dopo un avvio altalenante, la vera crisi si è consumata a dicembre con la sconfitta a Cittadella, seguita da un’ondata di contestazioni. La società, invece di cambiare guida tecnica, ha scelto di intervenire in dirigenza, sostituendo il d.s. De Sanctis con Carlo Osti. Sembrava l’inizio di una risalita, ma si è trattato solo di un’illusione.
L’illusione del rilancio e il tracollo definitivo
Le vittorie contro Modena e Juve Stabia, seguite da un buon mercato invernale che ha portato a Palermo giocatori del calibro di Audero, Magnani e Pohjanpalo, avevano illuso la piazza. I cinque risultati utili consecutivi sembravano aver restituito fiducia all’ambiente. Ma fu solo una tregua temporanea: la sconfitta con la Cremonese ha risvegliato il malumore, mai realmente sopito.
Il tecnico toscano non ha saputo sfruttare il momento positivo per consolidare il proprio ruolo. Al contrario, ha continuato a mostrare rigidità tattica, difficoltà nella gestione del gruppo e una comunicazione spesso ritenuta arrogante o scollegata dalla realtà. Il Palermo, da parte sua, è sembrato un corpo estraneo alla guida tecnica, come se la squadra e l’allenatore parlassero due lingue diverse.
Un rapporto mai sbocciato
Il problema, forse, sta tutto qui: Dionisi non ha capito Palermo e Palermo non ha capito Dionisi. In un ambiente passionale, esigente e dal tifo viscerale, l’allenatore non è mai riuscito a calarsi nel contesto. Mancanza di empatia, poca capacità di lettura pubblica del momento e uno stile comunicativo inadatto a una piazza che pretende partecipazione oltre alla competenza.
È anche questo il prezzo da pagare per chi guida il Palermo nell’era City Group: chi siede in panchina è il volto pubblico del progetto e ne incarna successi e fallimenti. A Dionisi è mancato il carisma per assumere questo ruolo. Ed è mancata, soprattutto, la disponibilità a mettersi in discussione.
La sua avventura a Palermo si chiude quindi tra rimpianti e critiche, con la sensazione di un’occasione persa da entrambe le parti. Ora toccherà a Inzaghi provare a ricucire il rapporto con la piazza e restituire entusiasmo a un ambiente che ha fame di ambizione, risultati e identità. Per Dionisi, invece, Palermo resta una parentesi da dimenticare.
Non sono in accordo con la conclusione : “ per Palermo, Dionisi è una parentesi da dimenticare “ ( e in fretta )
Uno dei peggiori allenatori della storia rosanero.
D’accordissimo…ma anche uno dei peggiori allenatori con uno dei peggiori spogliatoi e con una delle peggiori squadre della storia del Plaermo calcio.
A mio avviso la sua pecca più grande è stata quella di non essersi ribellato all’ostracismo toccato a capitan Brunori per mano di De Sanctis. Lì avrebbe dovuto prendere posizione a fianco di Brunori anziché millantare più volte in conferenza stampa di un fantomatico scarso impegno in allenamento del capitano. Tutto ciò ovviamente per non mettere a rischio il contratto. Ovviamente.
Io me li ricordo i commenti il giorno della presentazione, il 27 giugno 2024: tutti favorevoli (tranne io), “finalmente abbiamo un allenatore“.
A me era bastato vedere dove fosse nato: Abbadia San Salvatore, provincia di Siena… io che ho vissuto a Siena quattro anni so perfettamente come sono i nativi di Abbadia San Salvatore: montanari, cocciuti, per nulla simpatici… altro che “mancanza di empatia con la città e con i tifosi”, questo era il minimo.
Ma come non ti hanno dato ancora un premio per miglior giornalista del secolo! Invece di stare a scrivere commenti fonda una scuola di giornalismo e qualche agenzia di informazione. Che ci aspetti?
Quello che tu scrivi è semplicemente ridicolo! Tu avevi capito subito che Dionisi non andava bene perchè è un montanaro! Incredibile se non fosse vero che lo hai scritto. Per inciso ti ricordo che anche Sinner è un montanaro….
Nulla da dire …. Fai buon viaggio mister Dionisi e …non farti più vedere.
Scarso, antipatico, presuntuoso e insopportabile, nella memoria resteranno le sue interviste…. +++++ ++++++ ++++++++
Grazie “Mister”, Grazie per avermi fatto provare una sensazione Nuova che non avevo mai provato in 40 anni da tifoso del Palermo, la Malavoglia di andare allo stadio a vedere il mio Palermo!!! GRAZIE DI TUTTO GRANDE MISTER!!!! Ma va……. !!!!!