Il calciomercato del Milan ad una svolta: tra problema liste e centravanti ecco cosa aspettarsi
Curva Milan - Fonte LaPresse - stadionews.it
In attesa che la stagione entri nel vivo, le quote dei bookmaker iniziano a delineare un quadro ancora fluido ma già significativo delle favorite per il prossimo campionato. L’Inter parte davanti, complice la coesione dell’organico e la continuità tecnica. Ma alle spalle della capolista designata si muove una concorrenza meno compatta e più imprevedibile, con il Napoli rinnovato, la Juventus in costruzione, e un Milan che resta l’enigma più affascinante. La squadra rossonera vive un momento di transizione in cui l’identità di gioco e quella societaria sembrano rincorrersi senza mai incontrarsi davvero. In questo contesto, si inseriscono dinamiche ancora poco raccontate ma cruciali per comprendere il reale margine di manovra di Moncada e Tare. Ed è proprio osservando questo intreccio che trovano spazio due riflessioni che si legano all’universo betting: da un lato, l’osservatorio analitico di portali come https://smartbettingguide.com/ consente di rilevare i mutamenti nella percezione delle squadre; dall’altro, lo sviluppo dei bitcoin betting sites testimonia come anche il settore delle scommesse stia cambiando pelle, in parallelo con le strategie dei club.
Il corto circuito delle liste: tra regolamenti e strategia
Le limitazioni imposte dalle normative FIGC in materia di liste giocatori non sono una novità, ma la loro incidenza reale sul mercato è spesso sottovalutata. Il Milan si trova in un punto di frizione dove le ambizioni internazionali della dirigenza collidono con le esigenze burocratiche della Serie A. La regola è chiara: 25 giocatori, di cui 8 formati in Italia e almeno 4 cresciuti nel vivaio. A oggi, i rossoneri possono contare solo su Pietro Terracciano, Samuele Ricci e una manciata di giovani in bilico. Il paradosso è che più si internazionalizza la rosa, più si restringe il campo delle possibilità.
La linea verde italiana è evaporata lentamente: prima i saluti di Colombo e Florenzi, poi l’uscita silenziosa di Camarda, infine i rumors su Filippo Terracciano. Si tratta di movimenti che sembrano incidentali ma che, in realtà, rivelano un disegno più profondo. Se il Milan vorrà proseguire su questa rotta, dovrà trovare scorciatoie regolamentari. Come nel caso di Warren Bondo, straniero “formato in Italia”, secondo una definizione che sta diventando sempre più preziosa sul mercato.
Santiago Gimenez: occasione o equivoco tattico?
La questione centravanti si intreccia a doppio filo con la figura di Max Allegri. Il tecnico livornese, chiamato a ricostruire un’identità dopo il ciclone estivo, non ha mai nascosto la preferenza per attaccanti fisici, capaci di legare il gioco e assorbire il peso dell’attacco. Santiago Gimenez, pagato 35 milioni e accolto con grandi speranze, non sembra incarnare quel prototipo. Eppure, oggi è il punto di partenza da cui il Milan intende ripartire.
Il problema è duplice: da una parte, i numeri del messicano al Feyenoord raccontano di un bomber da 45 reti in 73 presenze; dall’altra, il suo impatto in Serie A è stato gelido, quasi estraneo al contesto. L’incontro con Allegri sarà decisivo, ma proprio per questo carico di ambiguità: si cercherà una seconda chance o si tenterà di inserirlo in uno scambio?
Nel frattempo, il club lavora su un profilo con caratteristiche diametralmente opposte. Non è un mistero che Dusan Vlahovic sia ritenuto ideale per il sistema allegriano. Ma se l’arrivo del serbo significherebbe sacrificare Gimenez, la domanda sorge spontanea: è una scelta tecnica o economica?
Thiaw, Vlahovic e il tavolo Torino-Milano che può accendersi
L’asse tra Juventus e Milan si scalda proprio nel momento in cui entrambi i club sembrano più distanti sul piano progettuale. Eppure, le esigenze di bilancio possono produrre convergenze inattese. Vlahovic interessa, Thiaw è un obiettivo bianconero, e l’idea di uno scambio separato ma funzionale per entrambe sta guadagnando terreno. Le valutazioni divergono: il Milan stima il difensore oltre i 30 milioni, mentre la Juventus ritiene che il serbo valga almeno 20. Ma ciò che conta davvero non è la cifra in sé, bensì il peso che queste operazioni avranno nei bilanci delle due società, sempre più compressi da regole UEFA e vincoli interni.
Nel frattempo, il Newcastle osserva da lontano ma non troppo. Sul tedesco, infatti, c’è un interesse concreto e documentato. I Magpies cercano rinforzi in difesa e hanno i mezzi per formulare un’offerta che possa cambiare le gerarchie in casa Milan. Questo elemento aggiunge una variabile non trascurabile al puzzle estivo, obbligando Moncada a tenere aperte più opzioni contemporaneamente.
Il colpo Jashari e le logiche del nuovo centrocampo
Tra le pieghe di un mercato complesso, l’arrivo di Ardon Jashari rappresenta una delle poche certezze. Il classe 2002, cresciuto nello Zugo e affermatosi al Bruges, ha forzato la mano per ottenere il trasferimento in rossonero. Il costo dell’operazione – 34 milioni più bonus – lo rende una delle cessioni più remunerative nella storia del calcio belga, e colloca il Milan su una traiettoria precisa: puntare su profili giovani ma già strutturati, pronti a integrarsi senza chiedere tempo.
Jashari è stato scelto per fare da perno nella mediana, forse al fianco di Ricci, forse in un contesto più fluido. Le sue caratteristiche – intensità, verticalità, visione – parlano di un centrocampista “di rottura” ma con margini di crescita sul piano tecnico. Il suo inserimento, però, solleva un interrogativo: che tipo di assetto avrà il Milan in mezzo al campo? La sensazione è che manchi ancora un tassello per completare il mosaico.
Il vero mercato deve ancora iniziare?
In tutto questo, il tempo sembra essere la vera valuta scambiata. Le operazioni concluse finora rappresentano l’ossatura su cui si costruirà il finale di agosto, ma la sensazione è che il vero mercato rossonero debba ancora iniziare. Molto dipenderà da ciò che accadrà fuori dal campo: offerte non richieste, tensioni latenti, priorità che cambiano. E allora, in un contesto in cui tutto si tiene, anche una pista laterale può trasformarsi in affare centrale.
Sullo sfondo restano le incognite delle liste, l’equilibrio delicato dei conti, la necessità di convincere Allegri su scelte che sembrano più dirigenziali che tecniche. Ma soprattutto resta una domanda sospesa, il cui esito potrebbe riscrivere l’intera stagione milanista: quale sarà davvero il volto del Milan 2025-2026?
Per capirlo, bisognerà aspettare l’ultima curva del mercato. Dove, spesso, tutto cambia quando nessuno se lo aspetta.
