Il medico della Lazio: “Tutti in quarantena? Ridicolo, ecco perché”

“A cosa serve il Cts se poi la responsabilità viene fatta ricadere tutta sui medici sociali?”. Parola del direttore Sanitario della Lazio, il dottor Ivo Pulcini, che in un’intervista a Radio Radio si scaglia contro le modifiche richieste dal Comitato Tecnico Scientifico per l’approvazione del protocollo Figc: “La sicurezza la deve garantire la società, ma gli atleti devono accettare che c’è un minimo margine di rischio”.

—> LE PAROLE DEL MINISTRO SPADAFORA

Pulcini afferma senza mezzi termini: “Sono d’accordo con il professor Castellacci. Se un ragazzo si ammala e ci denuncia ne dobbiamo rispondere noi, ma noi non possiamo arrivare a garantire l’immunità. Il CTS dice che se un giocatore o un membro dello staff è infetto deve andare in quarantena tutta la squadra? E’ ridicolo: perché ti devo considerare malato se faccio un tampone e sei negativo? In questo caso la responsabilità me la prendo io, io dico ‘no’; in quarantena ci deve andare solo chi è positivo. Ci sono i test, mi fido dei risultati: se sono negativo perché devo essere considerato come un ammalato? E’ ridicolo, così la Serie A non riparte. Il Cts deve indicarci un protocollo su base scientifica“.

E aggiunge: “Stiamo parlando di un virus che non uccide il 90% delle persone e che da inizio epidemia è mutato 33 volte. Non esiste la malattia, esiste il malato: non puoi usare per tutti i malati di una stessa malattia gli stessi farmaci. Io non mi sogno neanche di prendere il posto del politico. Ma se subisce imposizioni da altri, allora il medico che ci sta a fare?”.

“Oggi la superficializzazione dei titoli è grave. Forse c’è il desiderio di creare questa confusione per dare spazio alle persone incapaci che occupano dei posti sbagliati, e se la domanda è sbagliata capite com’è risposta. Il Comitato Tecnico Scientifico deve sentire anche la voce del medico del calcio e invece (ahimé) un nostro rappresentante non c’è. E non c’hanno chiesto un parere nel modo più assoluto”.

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