Palermo, un “Frecciarossa” lanciato verso il traguardo. Le pagelle ironiche di A&F

FOTO PEPE / PUGLIA

FOTO VINCENZO PEPE

Le sensazioni si rincorrono. L’ansia cresce. È stata una settimana difficile
, troppo lunga e piena di pensieri. La posta in palio è alta e il sogno sembra davvero vicino. Chi ci avrebbe creduto all’inizio? I vostri cronitifosi certamente no e oggi sono già felici di fare ammenda! Pensieri brutti, pensieri belli, la mente che vaga ma finalmente arrivano le 21 e si parte. Quando l’arbitro fischia l’inizio sappiamo già di non essere più soli perché ci sono migliaia di malati come noi che hanno trascorso la stessa settimana soffrendo e ora tifano tutti insieme.

Baldini non ha nulla da inventare. Rientra Lancini dalla squalifica, Giron torna titolare, Damiani è confermato e per il resto nulla di nuovo sotto il sole. L’inizio è chiaramente del Padova. Il Palermo fatica a trovare i passaggi giusti e il divano diventa un trono di spade su cui è impossibile stare seduti. Ma all’improvviso arriva il gol. Su una delle prime puntate in avanti dei rosa due del Padova si impappinano in area, uno rinvia addosso a Valente che la stoppa e mette in mezzo dove Floriano tutto solo insacca! Nel tripudio generale non ci accorgiamo neanche del Var che comunque conferma! 1 a 0 per noi!

La partita si mette su un binario perfetto. Il Padova attacca. Il Palermo tiene botta (luogo comune da finale per noi!) e riparte in contropiede con una efficacia degna del Real Madrid di Carletto Ancelotti e rischia di raddoppiare. Ovviamente non è una serata per cardiopatici e noi temiamo per le nostre coronarie già provate da grassi, alcol e migliaia di partite sofferte. Prima c’è un gol annullato al Padova per un fuorigioco che ci fa morire. Poco dopo un’uscita sbagliata di Massolo costringe Marconi a un salvataggio sulla linea che chiama in causa di nuovo il VAR. Passano i secondi e il cuore si ferma. Ma l’arbitro non concede il gol e noi apriamo la bottiglia di Oban 14 tenuta in serbo proprio per queste occasioni.

Il finale del primo tempo è incandescente, il Padova ci sembra davvero forte e non sappiamo se riusciremo ad arrivare alla fine. Quando l’arbitro fischia mettiamo mano anche alla cardioaspirina. Il secondo tempo si apre così come si era chiuso il primo. Il Padova attacca ma il Palermo difende con ferocia e riparte verticalizzando di prima senza pensarci un attimo e arriva in porta in tre passaggi. Si va avanti e le emozioni si susseguono perché il Padova ci prova in tutti i modi e i nostri eroi faticano a tenere alto il ritmo del pressing perché il fiato comincia a mancare. Gli ultimi dieci minuti sono strani.

Ci aspettiamo un vero e proprio assedio ma il Padova è sulle gambe e ci prova con meno slancio. Intendiamoci, noi moriamo di paura ogni volta che il Padova supera la sua area di rigore e non auguriamo a nessuno tutta l’ansia che ci siamo presi. Ma l’arbitro fischia e vinciamo l’ennesima partita! Avremmo firmato per il pari e invece abbiamo vinto! Ora ci sono gli ultimi 90 minuti di fronte a un Barbera stracolmo! Noi continuiamo a sognare perché, ormai lo sapete, sognare costa veramente poco!

Massolo 6 – È l’autore dell’azione più pericolosa del Padova. La sua uscita scriteriata ci causa un mezzo ictus ma ci pensa Marconi ad inventarsi un salvataggio degno dei Reel di Facebook. Imbattuto.

Buttaro 7 – Dalle sue parti non si passa e lo dimostra con una autorità che ci impressiona. Non disdegna qualche spinta offensiva per sgambare meglio. Muraglia.

Lancini 7,5 – Guida la difesa con sagacia tattica e serenità. I tanto rinomati attaccanti del Padova non riescono mai ad impensierirlo veramente. Strepitoso.

Marconi 8,5 – Abbiamo perso il conto dei palloni che rinvia di testa, di piede, di gamba e con ogni altra cosa a sua disposizione. Se aggiungiamo che la sua rovesciata in acrobazia da cartone giapponese anni ’80 vale quanto un goal vi rendete conto che non abbiamo dubbi su chi sia il migliore in campo. Shingo Tamai.

Giron 7 – Nel primo tempo risulta incontenibile nelle sue spinte offensive che travolgono i difensori patavini. Nella ripresa si dedica più alla fase difensiva, con risultati altrettanto positivi. Multitasking.

(dal 33′ s.t. Crivello) s.v.:

De Rose 8 – Ad un certo punto eravamo convinti che fosse entrato in campo anche il suo gemello perché su ogni azione ci appariva lui sullo schermo. Furbescamente dà anche il via all’azione del gol. Blade Runner.

Damiani 7 – Grazie al suo sbattersi incessantemente sulla linea mediana il Palermo rischia veramente poco. L’ammonizione che non gli farà giocare la finale ci fa incazzare perché ci sembra ingiusta, visto che l’azione doveva essere fermata già prima per fuorigioco. Calimero.

(dal 27′ s.t. Dall’Oglio) 6 – Venti minuti a buon ritmo per prepararsi alla sfida di domenica prossima. Affilato.

Valente 7,5 – Il gol è in gran parte merito suo che ci crede nonostante sia circondato da molti avversari e riesce a mettere al centro una palla solo da spingere in rete. Ogni volta che parte in profondità i padroni di casa tremano. Frecciarossa.

Luperini 6,5 – Il suo ruolo è di spezzare in continuazione l’impostazione dal basso degli avversari. Lui lo fa ininterrottamente per 90 minuti ed alla fine appare stanchissimo. Stremato.

Floriano 8 – Al giocatore che segna il goal della vittoria in una finale, pur non disputando una grandissima partita, noi meno di otto non diamo. Match winner.

(dal 1′ s.t. Soleri) 6 – Non è incisivo come nelle altre occasioni in cui entra dalla panchina, e non solo perché non segna come ormai ci ha abituato ma anche perché gestisce male una serie di palloni in ripartenza che potevano essere ben più sanguinosi per gli avversari. Sprecone.

Brunori 7 – Siamo talmente abituati a vederlo segnare che quando non ci riesce sembra quasi una delusione. Invece lui è un centravanti vero che su ogni pallone che gli arriva fa venire i brividi alla difesa avversaria. Non è fortunato su quel tocco da rapina sull’assist di Giron che avrebbe meritato il 2-0. Luca Toni della C.

Baldini 9 – Il Palermo compie l’ennesimo capolavoro vincendo ancora una volta in trasferta con una partita di intelligenza tattica e feroce determinazione e rischiando poco o nulla di fronte al tanto reclamato Padova. La sua mano in questo miracolo è quella di un grande artista. Giotto.

LEGGI ANCHE

LE PAGELLE DI GUIDO MONASTRA

LE DICHIARAZIONI DI BALDINI 

LA CRONACA DELLA PARTITA