“İstiklâl Marşı”, l’inno della Turchia: testo e traduzione

“İstiklâl Marşı” (in turco, la marcia di indipendenza) è l’inno nazionale turco. Il testo venne adottato ufficialmente dalla Grande Assemblea Nazionale della Turchia nel marzo 1921, prima ancora della effettiva istituzione della attuale Repubblica (che avvenne nel 1923).

L’inno della Turchia è quello risultato vincitore di un concorso di poesia: tra oltre 700 poemi, venne scelta una lirica in dieci strofe scritta dal Mehmet Akif Ersoy. Nel 1924 venne scelta una prima partitura musicale, poi nel 1930 venne definitivamente adottata una seconda partitura, composta da Osman Zeki Üngör e rifinita nel 1932 da Edgar Manas.

 

TESTO E TRADUZIONE DELL’INNO TURCO

Di seguito il testo in turco moderno e la traduzione in italiano (NOTA: nelle competizioni sportive, ad esempio il calcio, si cantano le prime due strofe):

Korkma! Sönmez bu şafaklarda yüzen al sancak,
Sönmeden yurdumun üstünde tüten en son ocak.
O benim milletimin yıldızıdır, parlayacak;
O benimdir, o benim milletimindir ancak.

Çatma, kurban olayım, çehreni ey nazlı hilal!
Kahraman ırkıma bir gül; ne bu şiddet, bu celal?
Sana olmaz dökülen kanlarımız sonra helal…
Hakkıdır, Hakk’a tapan milletimin istiklal.

Ben ezelden beridir hür yaşadım, hür yaşarım,
Hangi çılgın bana zincir vuracakmış? Şaşarım.
Kükremiş sel gibiyim, bendimi çiğner, aşarım,
Yırtarım dağları, enginlere sığmam, taşarım.

Garbın afakını sarmışsa çelik zırhlı duvar,
Benim iman dolu göğsüm gibi serhaddim var.
Ulusun, korkma! Nasıl böyle bir imanı boğar,
“Medeniyet” dediğin tek dişi kalmış canavar?

Arkadaş! Yurduma alçakları uğratma sakın,
Siper et gövdeni, dursun bu hayâsızca akın.
Doğacaktır sana vadettiği günler Hakk’ın,
Kim bilir, belki yarın belki yarından da yakın.

Bastığın yerleri “toprak” diyerek geçme, tanı,
Düşün altındaki binlerce kefensiz yatanı.
Sen şehit oğlusun, incitme, yazıktır atanı,
Verme, dünyaları alsan da bu cennet vatanı.

Kim bu cennet vatanın uğruna olmaz ki feda?
Şüheda fışkıracak, toprağı sıksan şüheda.
Canı, cananı, bütün varımı alsın da Hüda,
Etmesin tek vatanımdan beni dünyada cüda.

Ruhumun senden İlahî, şudur ancak emeli:
Değmesin mabedimin göğsüne namahrem eli.
Bu ezanlar, ki şehadetleri dinin temeli,
Ebedî, yurdumun üstünde benim inlemeli.

O zaman vecdile bin secde eder, varsa taşım,
Her cerihamdan, İlahî, boşanıp kanlı yaşım,
Fışkırır ruhumücerret gibi yerden naaşım,
O zaman yükselerek arşa değer belki başım.

Dalgalan sen de şafaklar gibi ey şanlı hilal!
Olsun artık dökülen kanlarımın hepsi helal.
Ebediyen sana yok, ırkıma yok izmihlal.
Hakkıdır, hür yaşamış bayrağımın hürriyet;
Hakkıdır, Hakk’a tapan milletimin istiklal.

TRADUZIONE IN ITALIANO

Non temere! La bandiera rosso cremisi che fieramente ondeggia nella luce del crepuscolo e mai sbiadirà,
È l’ultimo focolare acceso che veglia sulla mia Patria.
Lei che è la stella della mia nazione, e per sempre splenderà;
È mia; e appartiene soltanto al mio popolo coraggioso.

Non aggrottare le ciglia, io ti imploro, oh tu timida mezzaluna,
Ma sorridi alla mia razza eroica! Perché la rabbia, perché l’ira?
Il nostro sangue che noi versammo per te non sarà altrimenti degno;
Per la libertà che è il diritto incondizionato del mio popolo che adora l’Assoluto. L’Indipendenza!

Io sono stato libero fin dal principio e per sempre lo sarò.
Quale pazzo mi metterà in catene! Io sfido la sola idea!
Io sono come un fiume in piena; calpesterò ogni barriera e la sormonterò,
Squarcierò le montagne, solcherò i cieli per poter sgorgare!

I confini occidentali possono anche essere fortificati con pareti di acciaio,
Ma le mie frontiere sono protette dal petto possente di un fedele.
Riconosci la tua forza innata e pensa: come può questa fede ardente essere uccisa?
Quello che chiami “mondo civilizzato” è solo un mostro deforme e senza denti.

Amico mio! Non lasciare la mia terra natia nelle mani di uomini infami!
Fai scudo col tuo corpo e respingi lo spuderato invasore.
Presto arriveranno i giorni gioiosi della promessa divina…
Chi può saperlo? Forse già domani? Forse anche prima!

Non vedere il suolo su cui cammini come mera terra, impara a conoscerla!
E pensa alle migliaia di morti senza tomba che nobilmente riposano sotto di te.
Tu sei il nobile discendente di quei martiri che percorsero il cammino del Signore, non dispiacere ai tuoi antenati!
E non abbandonare la Patria soave, neanche quando raggiungerai i mondi promessi.

Quali uomini non morrebbero per questa terra bella come il Paradiso?
Se tu strizzassi il terreno, i martiri ne sgorgherebbero fuori!
Lascia pure che Dio prenda la mia anima, i miei beni e tutto ciò che amo, ogni cosa;
Ma possa Egli non separarmi mai dalla mia Patria, mai!

Oh Signore glorioso, il solo desiderio del mio spirito ferito è questo,
Fa che il cuore sacro dei miei templi mai sia sfiorato da mani impure.
Questi adhans, e questi shahadahs ai quali il mio udito è abituato, sono le fondamenta della Religione (islamica),
E possa ciò riecheggiare in eterno sulla mia Patria.

Solo allora, prostrato mille volte in estasi prima di perdere le forze e i sensi,
Le lacrime del sangue mio ardente fluiranno da ogni mia ferita,
E la mia anima sgorgherà fuori come dal più puro degli uomini,
Cosicché infine possa essere elevata in Cielo.

Perciò increspati e ondeggia come il cielo alle prime luci dell’alba, oh mezzaluna gloriosa!
Affinché ogni ultima goccia di sangue possa finalmente essere degna!
Non ci sarà per te una fine, così come inarrestabile è la mia corsa!
Per la libertà che è il diritto incondizionato della nostra bandiera nata e vissuta libera;
Che è diritto del mio popolo che glorifica Dio. L’Indipendenza della mia nazione!

 

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