La Penna: "Avevo problemi con gli arbitri, protestavo molto. Mia moglie non guarda le mie partite" ​​

La Penna: “Avevo problemi con gli arbitri, protestavo molto. Mia moglie non guarda le mie partite”

Federico La Penna si racconta. Intervistato insieme ai suoi colleghi Livio Marinelli e Daniele Doveri dalla redazione di Cronache di Spogliatoio, l’arbitro ha risposto alle domande di Alessandro Siani in merito a diversi aspetti della vita di un fischietto in Italia.

Sugli inizi: “”Ho iniziato per sfida e curiosità. Avevo problemi con gli arbitri, giocavo a rugby ed ero problematico, protestavo molto. Il papà di un mio compagno a sedici anni mi disse ‘proverei a farti fare l’arbitro di calcio’. Mi sono pentito di tutto quello che ho detto a un arbitro dal primo fischio. Da giocatore di rugby ho preso cinque giornate di squalifica”.

Sulle difficoltà delle categorie più basse: “Noi viviamo la parte più bella, le difficoltà più grandi si riscontrano nei campi di periferia, dove purtroppo si vivono anche momenti di violenza. Ti abbattono e ti buttano giù ma dall’altra parte di danno la forza anche grazie all’Aia di andare avanti”.



Sull’errore: “Bisogna eliminare subito il pensiero. Ripensarci può portare altri problemi durante la partita. Bisogna resettare e andare avanti e aumentare la concentrazione. Fuori dal campo invece bisogna capire perché abbiamo commesso quell’errore. Adesso c’è la Ref-Cam, con quella tutti vedono la nostra posizione”.

Su come la sua famiglia si rapporta con il suo lavoro: “La vivono male. Mia moglie, siamo insieme da 20 anni, mi è venuta a vedere in una finale di Serie D a Roma in campo neutro e ha avuto la sfortuna di essermi venuta a vedere la prima volta in una partita in cui sono stato oggetto di violenza fisica da parte di un tesserato a fine partita. Da quel momento in poi mia moglie non ha più visto una mia partita, neanche dalla televisione”.

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3 thoughts on “La Penna: “Avevo problemi con gli arbitri, protestavo molto. Mia moglie non guarda le mie partite”

  1. penso che se un giorno un magistrato indagasse a fondo si scoprirà che anche la categoria degli arbitri ha le stesse magagne scoperte in tutte le altre categorie dove gira denaro.

    1. I magistrati indagano al fronte di notizie di reato. Non in base ad idee astratte figlie della cultura del sospetto

      1. e citando un altro noto magistrato “che c’azzecca?”
        è un pensiero non un’ipotesi di reato altrimenti da cittadino antimafioso non omertoso avrei gia informato la procura.

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