Manchester City, peggior inizio da quasi 20 anni: 7 punti nelle prime 5
Due vittorie, due sconfitte e un pareggio: è questo il bilancio delle prime cinque giornate di Premier League per il Manchester City di Pep Guardiola. Il pareggio maturato all’ultimo respiro contro l’Arsenal, con la rete di Martinelli nei minuti di recupero, ha confermato le difficoltà di un avvio di stagione più complicato del previsto.
Con appena 7 punti raccolti, i Citizens occupano il nono posto in classifica. Non partivano così male dal campionato 2006/07, quando con Stuart Pearce in panchina si fermarono a 4 punti dopo lo stesso numero di gare. Un dato che fotografa un inizio ben al di sotto degli standard a cui la squadra di Guardiola ha abituato negli ultimi anni.
Le parole di Guardiola
Nonostante il momento difficile, il tecnico catalano ha voluto sottolineare l’impegno e la resilienza mostrata dai suoi: “Anche io sono rimasto sorpreso, la squadra ha difeso con grande sacrificio. Abbiamo fatto un passo avanti, pur con nove nuovi giocatori inseriti da gennaio. Per arrivare fino in fondo dobbiamo migliorare, ma questa prestazione dimostra che possiamo crescere”.
Guardiola ha poi reso merito agli avversari: “L’Arsenal ha fatto molto bene, complimenti ad Arteta. Al ritorno all’Etihad vogliamo fare di più per controllare la partita e creare più occasioni”. E con un pizzico di ironia ha commentato il dato sul possesso palla, il più basso da quando guida il City: “Non potevo vivere in questo Paese senza un altro record – ha scherzato – ma do grande credito a loro. A volte succede, una volta in dieci anni non è male”.

Eh, vabbè….Non dico che il credito di Guardiola nei confronti del Manchester City e del City Group sia inesauribile, ma poco ci manca. E’ lui ad averli “messi sulla mappa” del grande calcio internazionale. E questo nonostante nelle ultime 2 stagioni la squadra è chiaramente in calo.
Ma d’altronde anche Guardiola pare avere esaurito la sua forza creativa: è indicativo che abbia rinunciato ad alcuni capisaldi della sua filosofia “giochista”…per esempio il portiere bravissimo con i piedi che deve essere il primo a costruire l’azione, o “lo spazio” come centravanti (frase geniale che Guardiola coniò all’apice della sua creatività).
Ora però ha in porta Donnarumma e come centravanti Haaland… insomma Guardiola è da un pezzo che si è normalizzato/si sta normalizzando. La partita difensiva di ieri ne è la conferma Non dico che sia un male o un bene, è semplicemente un dato di fatto.