Manchester, non solo City: alla scoperta di Old Trafford… con un’anomalia

Viaggio alla scoperta di Old Trafford. Il Palermo è in piena full immersion nel mondo City, ma il cuore dell’altra parte della Manchester calcistica batte per i Red Devils, il Manchester United, la cui storica casa attende il ritorno dei propri giocatori dalle nazionali per tornare a riempirsi. Anche qui stadio luccicante, ricco di servizi e con la possibilità di visitare luoghi carichi di fascino e storia (e che col tempo ha saputo ammodernarsi, adeguandosi ai tempi).

Ma tra una visita al museo, la vista delle statue che nell’area dello stadio celebrano la storia del club (e i suoi eroi) c’è anche spazio per una curiosità davvero singolare. Approfittando della pausa dei campionati di calcio, Old Trafford è infatti pronto ad ospitare il rugby, con la “Grand Final” (la finalissima di campionato) della Super League inglese, che quest’anno – sabato 24 settembre alle 17:00 ora italiana – vede opposte St.Helens e Leeds Rhinos. Niente linee di campo e porte di calcio dunque, bensì quella da rugby con i classici pali a H agli estremi del terreno di gioco (in splendide condizioni, tra l’altro). Ma occhio alla… “trappola”. Perché non è il rugby che siamo abituati a conoscere in Italia…

In questo caso siamo di fronte infatti all’evento clou del campionato di “Rugby League”, la versione a 13 del rugby, che nacque alla fine del 19° secolo come scissione dal “Rugby Union” (il rugby a 15) e tuttora ha grande seguito nel Nord dell’Inghilterra e in generale nei paesi del Commonwealth, mentre il Rugby a 15 ha ormai raggiunto una dimensione più internazionale al di fuori del mondo “britannico”. A livello burocratico e istituzionale sono due sport diversi – e anche con regole di gioco diverse -, ma la differenza con il rugby a 15 è soprattutto filosofica: la nascita del Rugby League aveva infatti come spinta principale (già a fine ‘800) l’opportunità di rendere professionisti i giocatori. Il rugby a 15 invece proibì il professionismo in maniera intransigente sino all’estate del 1995.

(FOTO ROBERTO PARISI)

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