Messina, il capolinea è vicino: l’iscrizione in Serie D è utopia

Il futuro dell’Acr Messina sembra ormai compromesso. Dopo la retrocessione sul campo e la pesante penalizzazione di 14 punti, l’iscrizione in Serie D appare più un’illusione che una possibilità concreta.
Il club dovrebbe versare circa 800mila euro tra stipendi e contributi arretrati per potersi iscrivere. La scadenza fissata al 6 giugno per il saldo delle mensilità di marzo e aprile, precedentemente prevista al 16, rappresenta un ostacolo difficilmente superabile, con il rischio concreto di un nuovo deferimento che potrebbe segnare la fine definitiva dell’attuale progetto sportivo, avviato nell’estate del 2017.
A rendere ancora più grave la situazione, c’è l’udienza in programma il 10 giugno presso il Tribunale Fallimentare, dove potrebbe essere dichiarato ufficialmente il fallimento della società. In tal caso, Messina perderebbe per la quarta volta in 32 anni il proprio titolo sportivo. L’ipotesi di una ripartenza immediata dalla Serie D appare ormai fuori portata, mentre il ritorno in categorie inferiori come l’Eccellenza si scontra con un altro ostacolo: la presenza della Messana, che rende difficilmente praticabile l’iscrizione in soprannumero per una nuova società, secondo quanto previsto dalle normative federali.
Nonostante ciò, contatti informali tra il Comune, la FIGC e la LND Sicilia lasciano intravedere uno spiraglio: con un progetto serio e strutturato, non è da escludere una “forzatura” regolamentare per consentire la nascita di un nuovo club. Tuttavia, come da anni a questa parte, il vero nodo resta l’assenza di investitori solidi e credibili. Le promesse non mantenute e la discutibile gestione della famiglia Sciotto hanno contribuito al tracollo del calcio messinese.
A confermare il quadro desolante è anche Pietro Franza, ex presidente del Fc Messina, intervenuto al Tgr Sicilia: “L’incertezza sulla volontà di vendere ha frenato gli imprenditori interessati. Nessuno può investire 2 o 2,5 milioni in Serie D senza certezze“. Con il tempo che stringe, l’unico orizzonte realistico sembra quello di una dolorosa ripartenza dalle categorie minori.