Milan – Inter 0 – 2 / LE PAGELLE: Gigio non basta, Lukaku “timbra”

L’Inter “spacca” la partita con un colpo di fortuna (un tiro di Brozovoc con deviazione netta di Leao) ma la vittoria è meritata perchè ha creato più occasioni e ha sempre cercato la vittoria, sfiorando molti gol già nel primo tempo. Il Milan ha resistito finchè ha potuto ma non ha mai dato l’impressione di poter fare male, nemmeno dopo lo svantaggio, e difatti Handanovic non ha dovuto compiere nemmeno una parata. L’Inter ha lo spirito aggressivo del suo allenatore, il Milan ancora è alle fasi preliminari di una fase di gioco troppo cervellotica.

MILAN: G. Donnarumma 7,5; Conti 5,5, Musacchio 6, Romagnoli 6, Rodriguez 5,5 (dal 26′ s.t. Hernandez s.v.); Kessie 6, Biglia 4,5, Calhanoglu 4,5 (dal 19′ s.t. Paqueta 5,5) ; Suso 6,5; Piatek 4,5, Leao 6 (dal 37′ s.t. Rebic s.v.).

INTER: Handanovic s.v.; Godin 7, De Vrij 6,5, Skriniar 6; D’Ambrosio 6,5, Barella 6 (dal 36′ s.t. Candreva s.v.), Brozovic 6,5, Sensi 7 (dal 26′ s.t. Vecino s.v.), Asamoah 6; Lautaro Martinez 5,5 (dal 30′ s.t. Politano s.v.), Lukaku 6,5.

I MIGLIORI

Donnarumma: Quando il Milan è a un passo dal cadere al tappeto, nella prima metà dle primo tempo, spuntano le sue mani grandi per respingere le conclusioni “sicure” di Lukaku prima e Lautaro poi. Quando non ci basta lui, c’è anche il palo a salvarlo sulla conclusione di D’Ambrosio a porta vuota e successivamente – sul gol di Lautaro – viene in soccorso anche la bandierina del guardalinee che segnala un fuorigioco di non più di tre centimetri di D’Ambrosio. Nella ripresa però viene beffato dalla deviazione di Leao (e questa volta il Var non lo salva) e nulla può sulla deviaizone di testa di Lukaku. Su tutte le altre mischie lui c’è, a volte con poco stile ma con efficacia: in più una traversa e un clamoroso palo al 93esimo che testimoniano i meriti dell’Inter.

Godin: Dalle sue parti non si passa: è concentrato, pimpante atleticamente, concreto, nemmeno falloso. Quando la gara è in equilibrio la sua efficienza diventa importante. Leao, che pure ha delle qualità interessanti, deve girare largo per cercare qualche guizzo: quando punta Godin invece fa figure da ragazzino alle prime armi. Se Handanovic può rilassarsi è soprattutto merito suo.

Sensi: Niente di straordinario ma si capisce che è soprattutto lui quello che può inventare qualcosa, è lui che mette una palla meravigliosa sui piedi di Lautaro (che spreca). E se vogliamo, con generosità, l’assist per il tiro – gol di Brozovic è suo

Suso: Lui sì, una cosa straordinaria la fa. Ruba palla nella propria trequarti, si invola per quasi 70 metri seminando tutti gli avversari, entra in area ormai poco lucido e prova la conclusione personale anzichè un passaggio per Piatek: però, avesse fatto gol, sarebbe venuto giù San Siro. Lui è sempre quello che inventa (o può inventare) qualcosa: spostandosi di continuo sul fronte offensivo consegna agli avversari pochi punti di riferimento.

I PEGGIORI

Lautaro: Il suo peso in attacco è sostanzioso e la difesa del Milan spesso barcolla. Però se ti capita un’occasione d’oro per sbloccare il risultato e mandare il Milan ko ci vuole più precisione e freddezza. Quando Conte decide quale punta tirare fuori fa bene a scegliere lui. E difatti Lukaku – da prima e unica punta – timbra subito il gol.

Calhanoglu: Non si è quasi mai visto e la sua “assenza” non è banale considerato che è uno dei giocatori più tecnici.

Piatek: L’anno scorso toccava una palla e segnava un gol. Adesso continua a toccare una palla ma non fa mai gol. Non è una differenza da poco. Lo scorso anno, sul cross di Leao, il suo colpo di testa da sei metri sarebbe stato gol, questa volta è fuori di un metro abbondante.

Biglia: Ha lo stesso dinamismo di Gianni Rivera (il Rivera di oggi, s’intende). A questa velocità, in una partita così intensa dal punto di vista agonistico, scompare lui e il suo senso geometrico. Nel finale – ma conta poco – calcia una punizione alla stessa maniera di una trasformazione di rugby, quattro metri sopra la traversa.

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