Chimenti, il Palermo, la ‘bicicletta’ e quella maledetta finale / VIDEO

Vito Chimenti non era un giocatore raffinato. Nonostante questo era entrato nel cuore della gente di Palermo con due stagioni straordinarie alla fine degli anni ’70. Un Palermo che navigava in Serie B ma che nella stagione 79/80, con Veneranda in panchina, fu illuminato da un percorso straordinario in Coppa Italia.

Chimenti aveva qualcosa in più, solo così si spiega un amore viscerale con i tifosi. E non solo la famosa ‘bicicletta’, con cui diventò popolarissimo in occasione di una partita con l’Ascoli di Renna, big match della Serie B, che fu trasmessa dalla Rai perché in quella giornata non giocava la Serie A (telecronaca di Bruno Pizzul).

Chimenti, con quel suo fisico sghembo, con l’addome prominente, decisamente sopra il peso forma, incantava per il modo in cui trattava il pallone, per come riusciva a nasconderlo agli avversari, per la sua capacità di dribbling alla ‘brasiliana’. Indispensabile quando c’era da difendere un vantaggio, per quella sua capacità di proteggere la palla nei pressi della bandierina del corner e fare trascorrere i minuti preziosi.

Un giocatore tanto amato che è rimasto nel cuore anche dopo la sua cessione dovuta a esigenze di bilancio. E non è un caso che la sua leggenda sia stata tramandata da padre in figlio tanto da essere ‘reclutato’ dalla nuova società come membro della Consulta d’indirizzo, una sorta di garante con la tifoseria.

Con Vito Chimenti alla guida dell’attacco rosanero, leader di una squadra generosa ma non memorabile, il Palermo sfiorò il trionfo in Coppa Italia contro la blasonata Juventus, in una storica finale giocata al “San Paolo” di Napoli, nel giugno del 1979. Fu proprio lui, dopo appena un minuto, a sbloccare il risultato e ad alimentare il sogno naufragato per i gol di Brio, al minuto 83, e di Causio, a tre minuti dalla fine dei supplementari.

Una partita che lasciò una forte delusione (beffa bis dopo la finale col Bologna del 1974) e anche qualche strascico polemico proprio perché Chimenti non ritornò in campo dopo l’intervallo. Il giocatore aveva preso tante botte e non si sentiva in grado di giocare, Veneranda invece l’avrebbe comunque voluto lasciare in campo.

Le nuove generazioni l’hanno potuto ammirare soltanto nella partita delle vecchie glorie (agosto 2019), in una esibizione amarcord dove Chimenti, per tutti Vito, fu la star indiscussa.

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7 thoughts on “Chimenti, il Palermo, la ‘bicicletta’ e quella maledetta finale / VIDEO

  1. Bellissimo ricordo di Guido Monastra per un grande del Palermo come Vito Chimenti
    ps: tremenda e sinistra coincidenza. All’andata dopo palermo ascoli abbiamo appreso la notizia della morte di Totò Rambo.
    Al ritorno dopo ascoli Palermo abbiamo appreso la notizia della morte di vito chimenti.
    una partita da cancellare

  2. Sarà anche stato sghembo e cicciotto, ma aveva una rapidità nello scatto breve assolutamente non comune, a parte l’eccezionale abilità nell’inventarsi sempre la giocata giusta. Quando è sceso in campo con le vecchie glorie mi sono spuntate due lacrime di contentezza!

  3. Ma avete sentito bene il commento del giornalista? Quando la Juventus pareggia dice ” E finalmente” , come se per lui fosse una liberazione. Sempre amici degli amici.

    1. Sei forse sorpreso? E’ sempre stato così, ed è ancora così!! Giornalisti venduti e prezzolati. Se non fanno così non portano a casa la pagnotta.

  4. Ma avete sentito bene il commento del giornalista? Quando la Juventus pareggia dice ” E finalmente” , come se per lui fosse una liberazione. Sempre amici degli amici.

  5. Ero bambino, ma ho un vago ricordo di un gol bellissimo che fece contro il Rimini lato curva nord. Stop di petto due palleggi e tiro al volo. Ho le lacrime agli occhi ancora non riesco a crederci. R.I.P.

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