Palermo, Acchianata a Monte Pellegrino e visita a Santa Rosalia: “Un legame che non morirà mai”
Il Palermo legato alle tradizioni: una delegazione del club rosanero ha fatto visita a Santa Rosalia con l’Acchianata di inizio settembre. Il vice capitano Segre insieme ai nuovi acquisti Gyasi, Veroli e Giovane sono stati accompagnati da Gaetano Lombardo, direttore marketing e comunicazione del club rosanero.
“I nostri ragazzi all’Acchianata delle Rosalie per ricordarci di un legame che non morirà mai“, scrive il Palermo sui suoi profili social. Il Santuario di Santa Rosalia è stato visitato recentemente anche da una delegazione del Manchester City guidata da Pep Guardiola. Per il club rosanero è invece ormai tradizione andare a Monte Pellegrino.
“Santa Rosalia, nonché la Santuzza, non è solo un simbolo religioso ma è una figura che tiene il legame di una città intera. E’ un motivo d’orgoglio e di grande amore. Questo è il mio quarto anno qua, è nel mio cuore”, ha detto Segre.
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Da persona religiosa provo profondo disagio e puro disprezzo per questa strumentalizzazione a fini di marketing della religione. Perché questo è marketing puro, che rientra nella logica auto-promozionale che anima costantemente e ++++++++++++++++++ l’operato di questa Società.
Per compiacere il tifoso-cliente, e renderlo sempre più cliente (cioè fidelizzarlo), si strumentalizza ciò che rimane del culto di Rosalia( che peraltro è oramai da tempo ridotto a vuoto folklore, ma questo è un altro e più complesso discorso) in modo da suggerire un legame – ovviamente farlocco – tra la Società per Azioni Palermo, il calcio e la religiosità popolare locale.
Ovviamente, a meno di intendere la religiosità in maniera frivola, superficiale, insomma folkloristica (vedi sopra), essa non dovrebbe avere assolutamente nulla a che fare col pallone.
Ma dall’altra parte bisogna riconoscere che questa Società ha capito benissimo il modo di pensare del popolino locale: per dirla in modo più tecnico, ha inquadrato perfettamente la sua “target audience” e sa come lavorarsela. Lo dimostra sta roba qua e tante altre cose.
Ed allora ecco che si portano un gruppo di giocatori provenienti dal Piemonte, dall’Emilia e dalle Marche sul Monte Pellegrino e gli si fanno dire parole al miele su Rosalia, al che scatta il riflesso pavloviano dell’autoctono: “FOZZA PALIEMMO E VIVA SANTA ROSALIA”. Che bellezza.
Speriamo almeno che tra una marchetta e l’altra questa bella gente trovi il tempo di prendere qualche carneade svincolato per coprire le enormi lacune della rosa. A fare calciomercato sono molto, MOLTO meno bravi che a fare marchette.
Ma come si può essere così? Ma come si fa a vivere una vita in perenne polemica con il mondo intero?
Se la società isola la squadra dalla città e dai tifosi, sbaglia!
Se la società integra la squadra nella città e tra i suoi tifosi, sbaglia!
Per questo qua, sbaglia sempre e comunque.
Che vite tristi…