Palermo, l’esempio di Accardi: “picciotto”, bandiera e jolly

FOTO PEPE / PUGLIA

“Nel Palermo ci sono solo titolari. Come Accardi che è andato in panchina ma è assolutamente un titolare ed è sempre partecipe anche quando è fuori, sa cosa deve fare”. Parole di stima per uno degli uomini più importanti del gruppo, in un momento nel quale la squadra stessa è chiamata a una svolta caratteriale. Come diventare protagonista senza nemmeno giocare…

Silvio Baldini ha utilizzato Andrea Accardi come esempio da seguire per i più giovani (e forse non solo) in materia di attaccamento alla maglia e comportamento da mettere in atto quando si vuol rappresentare una gloriosa maglia come quella del Palermo. “Essere tutti un po’ più Accardi” potrebbe diventare lo slogan di questo fine stagione.

Il picciotto è un simbolo per diversi aspetti e non solo quelli elencati da Baldini: rappresenta infatti l’unico legame tra il vecchio e il nuovo Palermo, avendo fatto parte anche della società fallita nel 2019; essendo palermitano, è stato sempre considerato una vera e propria bandiera della rinascita del club (a volte anche capitano); ha saputo sempre ribaltare le gerarchie teoriche gettando il cuore oltre l’ostacolo con grinta, passione e corsa a ogni minuto giocato con la maglia rosanero.

E pensare che la stagione per Accardi è iniziata tutt’altro che bene. Anzi, si può dire che per lui i nastri di partenza si sono visti solamente a fine novembre, quando Filippi gli ha concesso i 6 minuti finali nel match contro la Paganese (prossimo avversario rosanero). Prima il calvario dell’infortunio e l’assenza dai campi, i suoi viaggi in Spagna per le cure al polpaccio destro, poi il ritorno e la possibilità per il tecnico di avere un importante jolly difensivo.

Dal suo ritorno in campo è passato “un girone”, ha giocato 9 partite da titolare nelle quali il Palermo ha totalizzato 5 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte; per una gara non è stato a disposizione a causa di un problema fisico, e per 3 volte è entrato dalla panchina. Curiosamente, il Palermo non ha mai vinto nella quattro gare in cui Accardi è stato lasciato in panchina. Una sorta di portafortuna, dunque. Cosa che non guasta, per uno che da bambino aveva solo un sogno, quello di indossare la maglia rosanero.

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10 thoughts on “Palermo, l’esempio di Accardi: “picciotto”, bandiera e jolly

  1. Bravo ragazzo Accardi, molto serio e davvero impegnato a differenza di tanti , molti suoi compagni. Purtroppo però non può essere lui a far la differenza, in difesa occorre ben altro per il futuro.

  2. Ancora Accardi?? Ancora con sta storia picciotto rosanero !?- ma ancora ste cose obsolete? Ma poi Accardi che??sono ritornato allo stadio dopo 5 anni e ho visto Accardi tale e quale a come l’ho lasciato .
    Allora scrissi che andava lasciato maturare mandandolo a giocare in D in squadre senza ambizioni il giocatore è sempre lo stesso commette sempre gli stessi errori e se devo dire la mia ad oggi è inadatto al Palermo o comunque ad una società che doveva avere l’obbligo di salire subito.Resto convinto che non può giocare nel Palermo e andrebbe mandato a maturare altrove.

    1. NON BASTA ESSERE CITTADINO PALERMITANO, PER AVERE UN POSTO IN SQUADRA, DA QUANDO è A PALERMO, NON HA FATTO NESSUN MIGLIORAMENTO, ANZI CON GLI INFORTUNI, SI E’ PURE RISPARMIATO E TROVATO L’ALIBI , PER UN PROLUNGAMNEIO DI CONTRATTO. BASTA CON I PALERMITANI NEL PALERMO. SE GIRIAMO PER LA CITTA’ CI DEI RAGAZZI STRAORDINARI, MA NEL PALERMO GIOCANO SOLO I RACCOMANDATI ED AMICI DEGLI AMICI

  3. Sicuramente accardi merita i complimenti per l’attaccamento alla maglia ma riguardo le prestazioni stendiamo un velo pietoso.

    1. Concordo. A Palermo (città) ci sono molti giovani certamente più dotati tecnicamente di lui. Il loro difetto principale? Non avere un procuratore come si deve.

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