Palermo – Venezia 0 – 3 LE PAGELLE / Difesa spazzata via. Corini, che confusione

Applausi a scena aperta per il Venezia. Addirittura ovazione per Pohjanpalo, che ha deciso la partita con due gol che potevano anche essere quattro. Il Palermo è stato spazzato via dal campo dopo appena un quarto d’ora dignitoso. Lo strapotere dei lagunari rende perfino ‘stretto’ il già pesante risultato finale, che poteva e doveva essere più rotondo al cospetto di una squadra che si è sfarinata al primo errore.

Il Palermo ha compiuto lo stesso errore di sempre. Alla prima difficoltà – il gol di Pohjanpalo – non è riuscito a ricompattarsi e anzi ha commesso ingenuità e orrori senza riuscire a porre argine. E così il 2 a 0, dopo mezz’ora, ha mandato la partita in archivio troppo prima del tempo. La squadra è stata subissata di fischi già alla fine del primo tempo, figuratevi a fine gara, dopo lo smacco del 3 a 0, che vendica la sconfitta del girone di andata.

Difficile trovare un senso a questa sconfitta. Corini deve prendersi un bel carico di responsabilità perché i cambi della ripresa sono sembrati incomprensibili per uomini e ruoli, la squadra ci ha capito poco ed è rimasta fino al 95esimo in balia delle onde. E ovviamente i giocatori hanno mostrato una modestia impensabile appena venti giorni fa.

Qualcuno però dovrebbe chiederselo: perché nelle ultime tre settimane la squadra è scomparsa? Ci sono i playoff da raggiungere e non è ancora il momento dei processi. Ma la società deve farsi sentire e cambiare rotta. Così è uno strazio.

PALERMO (4-2-3-1): Pigliacelli 5; Diakité 5, Nedelcearu 4,5 (dal 1′ s.t. Graves 4,5), Ceccaroni 4, Lund 4 (dal 1′ s.t. Aurelio 4); Gomes 5, Segre 5 (dal 33′ s.t. Soleri s.v.); Di Mariano 4,5 (dal 1′ s.t. Vasic 5), Henderson 4,5 (dal 17′ s.t. Traorè 5), Di Francesco 5,5; Brunori 4,5.

VENEZIA (3-5-2): Joronen 6; Altare 6,5, Idzes 7, Sverko 6,5; Candela 7,5, Busio 7 (dal 35′ s.t. Jajalo s.v.), Tessmann 6,5, Ellertsson 6,5 (dal 25′ s.t. Bjarkason 6), Zampano 7 (dal 35′ s.t. Svoboda s.v.); Pierini 6,5 (dal 25′ s.t. Olivieri 6,5), Pohjanpalo 9 (dal 41′ s.t. Gytkjear 6,5).

Pigliacelli 5: Resta un po’ di dubbio sul primo gol, forse poteva fare di più perché il colpo di testa di Pohjanpalo è fortissimo ma non particolarmente angolato. Sulla seconda rete ha poche responsabilità. Compie anche qualche buona parata – soprattutto nel secondo tempo – che rende meno pesante il passivo ma subisce il 3 a 0 con qualche colpa, dopo aver evitato altri due gol sicuri: resta una serata da incubo, come gli succede da qualche partita a questa parte.

Diakité 5: Sembra avere recuperato un minimo di condizione atletica ma non gli basta per fronteggiare la marea veneziana, anche lui va presto in confusione. Apprezzabile la generosità messa in campo fino alla fine.

Nedelcearu 4,5: Ha la sua quota di responsabilità nel naufragio difensivo del primo tempo. Dov’era in occasione del primo gol? Il cross di Candela non poteva che finire al centro dell’area ma lì non c’era nessuno. Esce all’intervallo ma non è chiaro se per problemi fisici o per altro.

(dal 1′ s.t. Graves) 4,5: Gioca da centrale difensivo e tocca con mano lo strapotere fisico dei giocatori veneziani. Si fa beffare da Oliveri che va in gol ma l’arbitro (non si capisce perché) fischia il fallo venti secondo dopo. Ma poi si fa beffare da Gytkjear per il 3 a 0 finale.

Ceccaroni 4: Già dai primi minuti si era capito che neanche questa volta sarebbe stata la serata giusta. Candela gli scappa subito e lui arranca. Nel primo gol, quello che spacca la partita, è anche lui fuori posto. Il secondo gol è quasi tutto sulla sua coscienza, visto che si fa attrarre dalla palla e va a saltare dove non dovrebbe, lasciando un oceano di spazio a Pohjanpalo, che non aspettava altro. Cerca il riscatto in avanti e colpisce una traversa con un colpo di testa: non è fortunato ma neanche bravo.

Lund 4: Dalla metà campo in qui viene travolto da Candela e dimostra ancora delle gravi lacune nella fase difensiva che non ci si può permettere se l’avversario è questo Venezia. È giusto riconoscergli però la grande spinta nel primo quarto d’ora: al di là della metà campo è lui a mettere in difficoltà Candela e a creare le occasioni potenziali migliori. Ma con il passare del tempo non regge il passo dell’avversario. La sua uscita all’intervallo sa di bocciatura.

(dal 1′ s.t. Aurelio) 4: Il suo primo intervento è un retropassaggio da brivido che per poco non costa il terzo gol. Poi viene scavalcato da un elementare uno-due che manda al tiro ravvicinato Ellertsson. Difficile poter fare peggio.

Gomes 5: Fra i centrocampisti è quello che fa meno peggio. A cominciare dal salvataggio iniziale sul tiro ravvicinato di Ellertsson. Cerca di fare filtro e di cucire il gioco e finché la squadra ha un minimo di compattezza ci riesce anche bene. Poi annega anche lui nella laguna. E nel guazzabuglio del secondo tempo non ci capisce nulla nemmeno lui.

Segre 5: Si può anche pensare che la condizione atletica che lo ha sorretto per almeno quattro mesi sia in fase calante, ma a ben pensarci, se anche ci fosse stato Usain Bolt a centrocampo avrebbe fatto fatica a coprire tutti gli spazi lasciati scoperti. Quando ha la possibilità di andare al tiro ‘mastica’ la conclusione e fa il solletico a Joronen.

(dal 33′ s.t. Soleri) s.v.: Qualcuno poteva pensare che entrando a meno di un quarto d’ora dalla fine potesse fare qualcosa? No. Non ci credeva nemmeno lui.

Di Mariano 4,5: La partita potrebbe girare subito per il verso giusto se Lund avesse messo meglio la palla al centro dell’area dove Di Mariano stava incrociando con intelligenza. Sfumata questa potenziale occasione tutto il resto è noia. Qualche fallo subito, qualche fallo fatto, qualche volta in piedi, quasi sempre a terra: ma niente che meriti l’onore del taccuino. Esce anche lui all’intervallo.

(dal 1′ s.t. Vasic) 5: La partita non l’ha certo persa lui ma la sua presenza sulla fascia destra, nel ruolo di Di Mariano, è impalpabile. Poi finisce da mediano e non brilla nemmeno lì.

Henderson 4,5: Primo quarto d’ora benino, poi anche lui clamorosamente fuori dalla gara. Vale per lui quello che abbiamo pensato già per Ranocchia: con certe squadre non puoi permetterti un atteggiamento troppo offensivo perché appena perdi palla la squadra va in crisi. E così è stato anche questa volta anche perché Henderson non è certo un giocatore di quantità. Esce con mezz’ora di anticipo.

(dal 17′ s.t. Traorè) 5: Si affanna in un ruolo – quello di ‘sottopunta’ – che non gli avevamo mai visto fare. Ha una mezza occasione e non la sfrutta, prova a fare qalche giocata e non gli riesce. Ma non può essere lui, fuori ruolo, a salvare la squadra.

Di Francesco 5,5: Lo vedi che si affanna e ci prova: e magari apprezzi anche l’idea. Ma al tirare delle somme, tutto quello che fa nel primo tempo è abbastanza prevedibile, non riesce mai a saltare l’uomo o a fare la giocata giusta per i compagni. Meglio nel secondo tempo, dove è l’unico a provare qualcosa che possa creare pericoli, ma quando avrebbe l’occasione (non clamorosa) di riaprire la partita il suo tiro è troppo debole per fare male. Ci riprova a metà ripresa ma il tiro è centrale.

Brunori 4,5: Gli si possono concedere le attenuanti generiche di una squadra che non lo assiste come meriterebbe ma l’impressione generale è che anche lui sia poco lucido e poco ispirato. Tiri in porta neanche a parlarne.

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