Reja: “Al Palermo non potrei dire di no, c’è un legame speciale”

“Non nascondo che gradirei in maniera particolare lavorare a Palermo”. Parole chiare quelle di Edy Reja, accostato negli ultimi giorni alla panchina rosanero, che suonano quasi come una candidatura. Il tecnico di Lucinico è rimasto fermo un anno dopo la fine dell’avventura all’Atalanta, ma adesso sembra pronto per tornare in corsa.

“Per fare l’allenatore è necessario avere gli stimoli giusti, motivo per il quale non ho ancora deciso cosa farò nella prossima stagione – racconta Reja al Giornale di Sicilia – Ho appreso del cambio societario in corso a Palermo. Sarà dunque necessario capire quali saranno i programma della nuova proprietà. Certo è che davanti a una chiamata, sarei pronto a valutare questa possibilità senza alcuna preclusione per la Serie B. Palermo è Palermo e resta una grande piazza a prescindere dalla categoria”.

Reja pensa al Palermo, soprattutto per il legame che c’è con la città che lo ha lanciato da giocatore: “Il mio legame con Palermo è speciale. La piazza rosanero è quella che ha tenuto a battesimo la mia carriera da calciatore, in quella che è stata la mia migliore parentesi dai ventidue ai ventisette anni. Ho stretto un legame forte con la città nella quale ho lasciato tanti amici. Non a caso mi capita spesso di tornare, per trascorrere le mie vacanze”.

Il Palermo pensa a lui per la prossima stagione, ma Reja ammette che già nei mesi scorsi c’è stato qualche contatto con Zamparini: “Ho visto anche che il presidente Zamparini le ha provate tutte cambiando spesso l’allenatore, senza però riuscire a invertire la rotta intrapresa dalla squadra. Il presidente mi aveva chiamato tempo fa per propormi la panchina. Ha prevalso la volontà di prendermi un anno di pausa. Io e Maurizio siamo legati da un rapporto di grande simpatia. Lui è un istintivo, che ha lasciato il segno nel mondo del calcio”.

Chiosa finale di Reja su cosa servirà in Serie B: “In Serie B ci si misura con un calcio meno tecnico, ma decisamente più aggressivo e fisico. L’allestimento dell’organico è importante. Servono senza dubbio gli uomini di qualità ma ancor di più, giocatori che conoscono la categoria e le sue insidie”.

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