Roma-show all’Olimpico, “manita” giallorossa al Palermo

E’ da incubo l’inizio del secondo mandato targato Iachini. Il ritorno del tecnico marchigiano sulla panchina del Palermo è inaugurato da una pesante sconfitta, quella inflitta dalla Roma che nel posticipo della ventiseiesima giornata si è imposta all’Olimpico con il risultato di 5-0. La cura Iachini ancora non fa effetto. Dopo avere racimolato solo due punti nelle ultime quattro gare i rosanero avrebbero dovuto mandare dei segnali di un certo tipo e invece gli input, ragionando soprattutto in ottica salvezza e sulla base di un calendario particolarmente impegnativo, non sono stati incoraggianti.
La Roma, rigenerata da Spalletti dal punto di vista psico-fisico, è di un’altra categoria ma la netta superiorità dei giallorossi non è un fattore che può “scagionare” la formazione di Iachini dalla quale era lecito aspettarsi qualcosa di più, soprattutto in termini di carattere e personalità. Dopo un avvio confortante la squadra ha perso le misure crollando sotto i colpi di un avversario galvanizzato dalle quattro vittorie consecutive in campionato e animato dalla voglia di riscattare l’immeritata sconfitta per 2-0 rimediata mercoledì in casa contro il Real Madrid nell’andata degli ottavi di finale di Champions. La vicenda legata alla rottura tra Spalletti e Totti (escluso dalla lista dei convocati in seguito ad un’intervista al Tg1 nella quale ha chiesto più rispetto e considerazione) poteva influire negativamente sulla concentrazione del gruppo e invece il caso che ha monopolizzato la vigilia e spaccato un’intera città non ha avuto ripercussioni sul versante giallorosso. Agevolata contestualmente da un Palermo con troppe debolezze, la Roma risponde alle vittorie di Inter e Fiorentina e prosegue senza soluzione di continuità la propria scalata verso il terzo posto. E’ notte fonda invece per i rosanero, ancora allo sbando e con soli tre punti di vantaggio sulla zona retrocessione.
Iachini (che ha fatto esordire dal primo minuto l’esterno sinistro Pezzella) ha provato a ripartire dalle certezze, dai concetti metabolizzati dalla squadra durante la sua prima gestione. Uno di questi è il 3-5-1-1, formula attraverso la quale il gruppo ha acquisito negli ultimi due anni una precisa fisionomia. La direzione sembrava quella giusta perché nella prima mezzora la squadra aveva tenuto il campo con un certo raziocinio riuscendo a contenere le iniziative dei padroni di casa. Ma è stata solo un’illusione. Nel Palermo c’è una costante. Il filo conduttore che continua a legare tutte le gestioni tecniche è l’errore individuale, un aspetto che ogni volta smonta il piano d’azione delineato in settimana e vanifica i tentativi del collettivo di costruire qualcosa di importante. Sul banco degli imputati, prima del tracollo generale, è salito nel primo tempo Struna che dopo avere propiziato con un rinvio sbagliato una clamorosa occasione da gol fallita a porta sguarnita da Dzeko, dopo due minuti ha completato la frittata saltando a vuoto su un cross di Pjanic e spianando la strada al centravanti bosniaco, abile al 30’ a superare Alastra (sostituto dell’infortunato Sorrentino) con una conclusione di prima in seguito ad uno stop di petto. La rete subita ha tolto sicurezza agli uomini di Iachini, poco incisivi e sempre più in affanno nella lettura delle situazioni difensive. Al netto di un palo colpito su punizione da Pjanic dal limite dell’area, è un Palermo in vena di regali ad alzare il coefficiente di pericolosità dei capitolini, minacciosi prima dell’intervallo con un destro del centrocampista bosniaco “smarcato” da una sbavatura di Morganella.
I rosanero avrebbero, sulla carta, il tempo a disposizione per riordinare le idee e tornare in carreggiata ma quando subisci il 2-0 in avvio di ripresa la strada diventa inevitabilmente in salita. L’autore del gol è Keita che, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, ha indovinato il “sette” della porta difesa da Alastra con un destro di punta. E’ la rete che “taglia le gambe” al Palermo. Iachini ad un certo punto ha provato ad inventarsi qualcosa modificando anche l’assetto tattico (con l’ingresso in campo di Trajkovski al posto di Brugman al 12’ la squadra è passata al 3-4-2-1) ma le sue mosse non hanno cambiato l’inerzia dell’incontro. In fase difensiva la struttura poggia su basi troppo fragili e la Roma è stata brava a spingere sull’acceleratore mettendo a nudo tutti i limiti degli ospiti. E’ salito in cattedra Salah autore di una doppietta tra il 15’ e il 18’. L’esterno offensivo giallorosso ha siglato il 3-0 con un destro angolato e qualche minuto dopo si è ripetuto con un sinistro ad effetto di pregevole fattura da posizione defilata. Il punto esclamativo lo ha messo nel finale Dzeko che, con un colpo di testa su cross del neo-entrato Perotti, ha siglato la doppietta personale fissando il punteggio sul definitivo 5-0.


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