Solito, vecchio Palermo. Solita, vecchia sconfitta

Cambiano tante cose, non cambiano i risultati: il nuovo Palermo del nuovo presidente Baccaglini, con un nuovo portiere e con una curva nuovamente gremita… perde. Non che ci fossero grandi speranze, ma perde. Con la Roma (e ci può stare), senza mai creare un reale pericolo dalle parti di Szczesny se non per il gol annullato a Nestorovski. Ma anche lì, siamo sinceri: più che un gol del macedone (da applausi per il coraggio e per la bravura) sarebbe stato un regalo del portiere polacco, che ha di fatto infilato il pallone in rete.

Il prosieguo della partita, in ogni caso, non lascia dubbi: se quel gol fosse stato convalidato, il Palermo avrebbe vissuto la solita domenica di bile. Vantaggio, distrazioni, errori e gol. Al plurale anche questi. Come avvenuto in praticamente tutte le partite in cui i rosa si sono trovati in vantaggio.Perché l’entusiasmo e l’aria nuova portate da Baccaglini non hanno dato la sveglia ad una squadra che a parole non si rassegna, ma con i fatti ha già da tempo gettato la spugna con tutti gli effettivi. Titolari e riserve.

Cambiare uomini, sebbene il Palermo l’abbia fatto in ventisette partite su ventotto, non è per forza un male. Soprattutto in una situazione del genere. Per questo Lopez ha fatto bene a mettere in panchina un Posavec giunto all’ultimo appello contro il Torino e bocciato in favore di Fulignati. L’errore non è pensare che il croato possa essersi bruciato, ma rimetterlo in pista per la partita insufficiente del toscano. Ora che è stata fatta una scelta, è giusto continuare a dare fiducia come per Posavec. Al di là delle parole dette in sala stampa, che evidentemente andranno pesate con tutt’altra unità di misura.


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