Ballardini: “Servono 6 giocatori, si farà bene. Con Zamparini e Foschi…”

Sono passati quasi due mesi esatti dall’ultima partita della stagione 2015-16: stadio Renzo Barbera, Palermo-Verona termina sul punteggio di 3-2 ed i rosanero possono festeggiare la salvezza. Risalgono a quel giorno le ultime parole del tecnico del Palermo Davide Ballardini che, dopo mesi di silenzio e voci su un suo addio, torna a parlare dal ritiro di Bad Kleinkirchheim dove si appresta a preparare la nuova stagione con il club del patron Zamparini. Spazio subito alla passata stagione: Ballardini è senza peli sulla lingua, e non risparmia nessuno. “Non ho parlato da quando è finito il campionato perché non avevo più nulla da dire – esordisce Ballardini in conferenza stampa – Ricordo bene di aver detto che il Palermo poteva far bene e ricordo bene i vostri sorrisetti, è ancor più gratificante aver compito un’impresa che rimarrà per sempre“. Non cambia la linea di pensiero anche sul suo contratto, messo in discussione dai media più volte. Ballardini fa chiarezza su tutto: “La follia che andavo a incontrare tornando a Palermo mi portò a chiedere il contratto per la stagione successiva, per questo sono tornato. Non per fare sei partite, ma per continuare. Io e mia moglie poi ci troviamo talmente bene a Palermo che abbiamo fatto con i palermitani un contratto a tempo indeterminato. Dopo il campionato non c’era tanto da aggiungere, c’è un contratto. Sarò sempre grato al Palermo e a Zamparini perché mi ha dato tante opportunità. Noi crediamo di aver fatto bene il nostro lavoro, poi se Ballardini è qua è perché è stimato come persona e allenatore. Se non si è convinti, si può sempre discutere. Io leggo quotidianamente i giornali e rispondo a tutto quello che viene scritto. D’altronde bisogna scrivere qualcosa. La maggior parte è stata inventata“.

Voci anche su un rapporto teso con il direttore sportivo Rino Foschi che Ballardini, però, stempera subito con un tutto risolto: “Nel mio primo incontro avuto con Foschi gli ho detto che all’indomani mi sarei dimesso e che sarebbe stato libero di scegliere un altro allenatore. Io e Foschi ci siamo visti e abbiamo chiarito. Io non andai a Cesena ai tempi perché non ero convinto di andare e se io non sono convinto, rinuncio. Cesena è casa mia, ero orientato ad andare, ma la notte non ho dormito. La salvezza del Palermo ha aggravato la situazione in un certo senso perché Foschi era convinto che avrei salvato il Cesena e c’è rimasto male. In questo modo ha avuto una conferma“.

Messi a tacere tutti sul passato, Ballardini si appresta a vivere un ritiro dopo 7 anni (l’ultima volta con la Lazio nel 2009). Il tecnico ravennate ha già le idee chiare su ciò che serve a questa squadra: “A questa squadra servono sei giocatori. Detto questo, per me è un aspetto positivo non avete tanti esuberi. In molti oggi hanno 32-36-38 giocatori in rosa, il Palermo oggi ha una rosa ridotta e soprattutto molto giovane. Dobbiamo ringraziare Gilardino, Maresca e Sorrentino, che insieme ai loro compagni sono stati straordinari. Poi, mancano sei giocatori, ma è anche vero che non abbiamo 36 giocatori in rosa. Certamente andrà via Vazquez, ma dobbiamo far forza a questo gruppo“. Ballardini è chiaro anche sulle caratteristiche che dovranno avere i giocatori che arriveranno alla sua corte, compresi i giovani a disposizione: “Io e il presidente ci siamo visti ieri. Non si è parlato di giocatori, ma delle caratteristiche che devono avere questi sei ragazzi che speriamo arrivino a completare la rosa. L’idea mia è di prendere possibilmente dei giocatori italiani che siano un punto di riferimento per i nostri ragazzi, che l’abbiamo scorso hanno sofferto e hanno capito quanto sia difficile questo campionato. O comunque, se non giocatori italiani, giocatori che conoscano bene il nostro campionato. Ci siamo dati una scadenza, verso fine mese saremo a buon punto. Non esiste che si prenda un giocatore se non è condiviso con la guida tecnica. Abbiamo dei giovani molto interessanti che hanno bisogno assoluto di avere dei compagni che siano di aiuto nella loro crescita. Gilardino, Maresca e Sorrentino hanno fatto anche questo. Non è importante il modulo, anche se credo che tra il 343 e il 433 non ci sia grande differenza. Per me sono importanti i principi e le caratteristiche: avere tre attaccanti è fondamentale, così come i centrocampisti che si inseriscono“.

Ballardini liquida ben presto il discorso Gilardino (“È un campione del mondo, in campo e dal punto di vista umano. Un esempio per la persona che è. Detto ciò, lo scorso anno ci sono stati tanti problemi e la sua mancata permanenza sta bene a lui e alla società, quindi va bene così“) mentre è chiaro sul ruolo del portiere: “Dietro a Posavec ci vuole un portiere di esperienza e affidabile, che possa giocare. Josip ha qualità importanti e abbiamo fiducia in lui, ma le deve dimostrare. Ci vuole comunque un portiere pronto e questo discorso vale per tutti i reparti“.

Infine spazio agli obiettivi per la prossima annata: “Non chiedo garanzie – chiarisce Ballardini – Io, come Rino e il presidente, siamo convinti che alla squadra servano certi giocatori con certe caratteristiche. Con loro sono sicuro che faremo un buon lavoro. Poi Rino è bravissimo nel suo mestiere e c’è la convinzione di poter arrivare a questi giocatori. La parola progetto non esiste. Se non sono convinto di quel che devo fare, non lo faccio. Ricordo le vostre facce al mio ritorno, pensavate fossi un deficiente, in senso buono. Io ero convinto di poter fare un bel lavoro, pur non sapendo se saremmo riusciti a salvarci. Vengo dalla campagna, se non sono convinto si vede e i giocatori lo vedono, quindi trasmetto tutto ciò. Io sono convinto che con questa rosa di giovani molto interessanti e con i giocatori che da qui a breve il Palermo acquisirà, si farà bene. Oggi avere una rosa corta e tanti giovani non è così male. Questa è una rosa che va certamente completata e con giocatori di esperienza, lo penso anche io. Detto ciò, bisogna lavorare forte in 2-3 settimane. Noi abbiamo un talento come Foschi che è un maestro nel fare mercato“.


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