Che bello quando la maglia rosa ti riporta a casa. Anche se sei in America…

 

(gm) Il “nostro” Carlo Amenta ci regala una pagina di “cronaca rosanero” di rara intensità raccontandoci la sua esperienza: vedere la partita del Palermo al fianco di tanti palermitani emigrati in America, un’emozione – al di là del risultato negativo -, una “lezione” come la definisce lui che ci piace. Che mi auguro vogliate condividere con gli amici e sui social perchè c’è bisogno di sentire “più responsabilità per quello che potrebbe essere e ancora non è”.

C’è chi ha fatto il turno di notte e chi ha smontato alle 3. Ma al Palermo non si rinuncia e così, alle 8 del mattino, tutti pronti nella sede della Associazione sportiva italiana, nel Queen’s, dal presidente Damiano Palazzolo, in compagnia di tanti italo americani, per vedere Palermo – Acireale, il big match.

C’è un piccolo spaccato di Sicilia in questa sala che freme per i rosanero. C’è chi si è trasferito già negli anni ’80 e ormai è pienamente inserito con i figli, ormai americani, che lavorano e si fanno onore sfruttando le opportunità che i genitori gli hanno dato, faticando e lavorando per conquistare il sogno americano. C’è chi è appena arrivato e non conosce altro che lavoro, per mettere da parte i primi soldi, per cominciare a costruire il proprio futuro, lontano da casa ma con l’orgoglio di chi sa di essere arrivato in un posto dove la fatica è ripagata.

Lo so, chi legge può pensare che ci sia troppa retorica ma davvero farebbe bene, a ciascuno di noi che siamo rimasti in Sicilia, fare un viaggio qui, guardare negli occhi questi ragazzi e questi uomini ancora così innamorati della propria terra. Forse sentiremmo più responsabilità per quello che potrebbe essere e ancora non è. Forse ci impegneremmo di più per far sì che l’America possa essere a casa, per chi ci nasce e per chi viene da altri paesi, qualunque esso siano.

Ho conosciuto tanti tifosi e mi stupisco sempre di quanto il calcio possa aggregare, unire e dare emozioni incredibili. Quando decidete di non andare allo stadio, quando fischiate la squadra perché perde o gioca male, quando pensate che dovreste avere di più della categoria in cui giocate, pensate a questi ragazzi e questi uomini. Per loro il rosanero significa casa e quando lo vedono il cuore batte forte. Non conta la stanchezza e non conta la categoria, la maglia li riporta a casa, anche solo per due ore. E mi hanno dato una lezione che non dimenticherò mai. Forza Palermo!

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