Budan a SN: “Palermo, pochi giocatori italiani. Tedino è esperto. Zamparini…”

Si avvicina il match d’esordio tra Palermo e Spezia ed a parlare è Igor Budan: il croato, ex attaccante del Palermo, ha terminato da poche settimane il proprio incarico da DS del club spezzino e a Stadionews racconta le proprie impressioni sul passato ma anche sul futuro immediato del club rosanero. Il tutto partendo da un giudizio sulle due squadre protagoniste del match di sabato sera al Renzo Barbera.

“Entrambe hanno ottimi allenatori, il Palermo ha un tecnico esperto, Tedino, ma ancora da conoscere e tutti vogliono capire cosa potrà fare. Fabio Gallo (subentrato a Di Carlo) invece ha già allenato la Primavera dello Spezia, conosce l’ambiente e io per primo so quanto vale. E poi è sempre una prima di campionato, sarà un match equilibrato”.

PALERMO, SICILY BY CAR MAIN SPONSOR

Vedere il Palermo in B per Budan è strano, ma alla luce di quanto visto in campo non è una sorpresa: “Il Palermo… ha fatto di tutto per essere in B, soprattutto negli ultimi due anni: ci sono stati tanti errori tecnici e troppi cambiamenti. Si è seminato poco per poter rimanere in Serie A e la retrocessione purtroppo è stata giusta; nessuno può negarlo. Adesso bisogna tornare, nonostante tutte le difficoltà”.

“In questi ultimi anni – prosegue – le “provinciali” hanno dimostrato che grazie a organizzazione e competenza si possono ottenere risultati storici. A Palermo invece il rischio è di subire il peso della pressione ambientale: anche in passato, quando la squadra era in Serie A, si chiedeva la qualificazione in Europa. I tifosi sperano di essere sorpresi da questa squadra anche se per ora c’è scetticismo”.

Due patron diversi, Zamparini e Volpi, ma in fondo simili sotto alcuni aspetti: “Uno, Zamparini, è presente 24 ore su 24 pur dicendo che non è vero; l’altro, Volpi,  è “assente” nel senso che segue la squadra ma si presenta all’inizio della stagione, definisce il budget, delega i compiti agli uomini dello staff e ripone loro grande fiducia: interviene solo in situazioni particolarmente “delicate”. Se uno è bravo bene, altrimenti cambia”.

Di certo in comune – aggiunge – hanno questa “dote”: cambiano spesso (magari Volpi un po’ di meno – ride, ndr.). Allo Spezia ci sono stati dei cambiamenti annuali di giocatori, allenatori e dirigenti quando si vedeva che le cose non andavano bene. Quando si cambiano le politiche sportive fai fatica a costruire una base solida da cui ripartire”.

MERCATO, PALERMO – GASBARRO: CI SIAMO

I rosanero hanno pescato molto all’estero sul mercato e Budan ne intravede i rischi: “Chi è andato in Serie A negli ultimi anni lo ha fatto con un nucleo solido di italiani, attorno al quale inserire giovani stranieri che riescono a fare la differenza. Anche uno come Dybala, o Pastore, ad esempio, ha bisogno di tempo per ambientarsi, per entrare nei meccanismi di una squadra e di un ambiente, ma nel frattempo il campionato comincia”.

Anche sul fronte nazionali il parere di Budan è chiaro: “La richiesta del Palermo di chiedere il rinvio di alcune gare ci può stare, ma avere i nazionali in Serie B cozza con il calendario Uefa e Fifa. É successo già in passato ai tempi di Perinetti con Lafferty ed altri, e siamo riusciti a non mandarli in Nazionale senza però chiedere di spostare le partite. Certamente avere così tanti giocatori potenzialmente convocabili è un handicap. Devi avere delle seconde linee pronte qualora la federazione non decida di venirti incontro, anche perché la B è un campionato lunghissimo”.

La Spezia è stata terra di approdo per diversi ex del Palermo (Terzi e Di Carlo i più recenti): “Sicuramente ho vissuto delle esperienze belle e positive, altre non facili, sia come giocatore sia come dirigente, sia a Palermo sia a Spezia. Sono esperienze che ti danno tanto: ti ritrovi a vivere in città diverse, con realtà e tifoserie diverse. Il mio dispiacere da doppio ex è che il Palermo si trovi in B, mentre lo Spezia non è mai riuscito a fare il salto in Serie A nonostante buoni campionati: nei playoff di B è sempre mancato qualcosa. Le aspettative erano enormi, magari anche noi dirigenti non siamo stati in grado di gestirle adeguatamente. E poi alla fine vengono promosse in serie A squadre che non ti aspetteresti mai come Spal e Benevento”.

Infine uno sguardo al futuro personale: “Ho provato a fare il dirigente e mi è piaciuto e ora che ho lasciato lo Spezia ho avuto altre offerte. Però 15 traslochi in 10 anni pesano e continuare a spostarmi diventa stancante. Mi trovo meglio ora a fare il consulente, mantenendo i tanti rapporti che ho in Italia e all’estero. Bisogna comunque sempre darsi da fare”.

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