Catania, il “caso” merchandising e le maglie della discordia

Il tifo catanese non sta passando un periodo felice: la squadra è in un momento sportivo delicato e le vicende societarie fanno preoccupare: più che un percorso lineare sembra un ottovolante. Sembra ieri che El Papu Gomez insieme a una folta colonia di stranieri faceva miracoli sui campi di Serie A. E pensare a Simeone sulla panchina rossazzurra…

A proposito dei tifosi: il Calcio Catania, come tutte le società di blasone, ha il suo merchandising. Tre anni fa il diritto di vendita del merchandising sportivo dei rossazzurri fu acquisito in esclusiva da Cecilia Amenta (nella foto copertina), la quale ha aperto un punto vendita nel prestigioso Corso Italia. A firmare l’accordo fu il d.s. Lo Monaco. Adesso, con il passaggio della società al gruppo Nicolosi Trasporti, è stato deciso (legittimamente) di non rinnovare il contratto con la signora Amenta.

Ma c’è un ma. Il contratto triennale scadrà il 18 dicembre 2021. Con l’avvento della stagione 2021-2022, il Catania ha cambiato sponsor tecnico, da Givova a Nike. L’accordo con la Nike, denominato Third Party, prevede la fornitura del marchio attraverso un terzo rivenditore. Il Catania per avere il prestigioso “baffo” sulle maglie si rivolge dunque a un rivenditore del Lazio, Linea Oro Sport.

La signora Amenta attende quindi le nuove maglie da rivendere nel suo negozio ma non arriva nulla. I tifosi cominciano a scriverle, a passare dal negozio, a chiedere: nulla. Il Catania viene sollecitato a fornire il materiale, anche con una lettera dell’avvocato alla quale non è giunta nessuna risposta..

“Ho provato – racconta Cecilia Amenta – a contattare anche il rivenditore Linea Oro Sport, che mi ha risposto di non poter entrare nella vicenda perché è la società che deve rifornirmi in esclusiva. Non sono nemmeno stata invitata alla presentazione ufficiale delle maglie ma non solo: qualche giorno fa ho appreso dalla stampa che il Catania ha iniziato la vendita diretta del materiale, tramite un suo punto vendita e tramite lo store online del suo fornitore. Io non sono stata inclusa ma il mio contratto col Catania è ancora valido e scadrà a dicembre. Io avrei diritto alla fornitura fino ad allora. Mi sfugge anche il comportamento autolesionistico della società. Il mio è un punto vendita centrale e molto frequentato. Oltre al danno economico per me, c’è anche uno svantaggio per loro che potrebbero avere più introiti dal merchandising”.

Abbiamo provveduto a contattare gli organi societari del Catania per una replica che però non è arrivata e che saremo ben felici di ospitare.

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