Cecconi: “A Palermo sarei rimasto a vita, giocare qui è diverso”

“Città e maglia danno emozioni speciali, sarei rimasto anche a vita”. Parola di Luca Cecconi, che intervistato da Carlo Brandaleone per il Giornale di Sicilia ha raccontato la sua esperienza a Palermo tra aneddoti e sensazioni ancora vivide: “Se fossi rimasto ancora avrei messo casa a Palermo, ci avrei vissuto per tutta la vita. Giocare qui è diverso”.

Su tutti, ci sono il ricordo della vera e propria processione a Belmonte Mezzagno per la promozione in B e il match giocato ad Avellino dopo la strage di Capaci: “Ammetto che non avemmo la consapevolezza di quello che era accaduto al giudice Falcone. Pensavamo alla partita. Anche perché in quei tempi a Palermo la percezione di quanto stava accadendo era diversa. Col tempo capii la gravità di quello che era successo”.

Cecconi racconta il Palermo di allora (“Avevamo molti giovani che il Palermo poi vendette bene. Col tempo ingranai e divenni un punto fisso, la gente cominciò a volermi bene. E io cominciai ad amare Palermo”) e quello di oggi: “Seguo il Palermo e ne sono rimasto un tifoso. Il fallimento ha sorpreso anche me. Non pensavo che quest’anno sarebbe andato in Serie B, ma ero sicuro che in classifica sarebbe finito alle spalle di Ternana e Bari”.

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3 thoughts on “Cecconi: “A Palermo sarei rimasto a vita, giocare qui è diverso”

  1. AVREBBERO VINTO DI GRAN LUNGA E’ VERSSSIMO BASTA A PENSARE A GENTE COME BOMBARDINI, BIFFI,SICIGNANO,FAVO,CATERINO,DI GIA’,BATTAGLIA,DE SENSI, ETC…..

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