Cascio, game over (o quasi): restano solo i cinesi

Fuori uno. Maurizio Zamparini ha rispedito al mittente la lettera d’intenti presentata dalla cordata di Frank Cascio e il cerchio per la possibile cessione societaria, in questo scenario, s’è ristretto ai soli cinesi. La pista italoamericana, da tempo definita meno “forte” rispetto alla concorrenza, sembra destinata a tramontare. Per il definitivo addio bisogna comunque attendere, dato che Zamparini non ha chiuso del tutto la porta ad un eventuale rilancio di Cascio e soci, ma servirà appunto uno sforzo del manager originario di Castelbuono per modificare le condizioni poste nella lettera d’intenti inviata poche settimane fa al patron rosanero.

Zamparini ha fatto esaminare la proposta alla banca a cui fa riferimento per le trattative e non ha avuto un feedback positivo. Questo perché l’istituto di credito non avrebbe ritenuto affidabile il programma di pagamento della quota da parte della cordata Cascio-Baccaglini, ma anche perché il gruppo si sarebbe presentato senza sufficienti garanzie bancarie. Non ci sarebbe, a quanto pare un advisor di riferimento, a dispetto di quanto ci si potesse aspettare dal primo incontro, quando a Venezia si presentò anche Brad Rangell in qualità di intermediario. Attendersi una decisione diversa, in assenza di certezze, sarebbe stato un rischio per tutti. Per il Palermo in primis. Se Cascio dovesse ottenere le garanzie richieste, a quel punto lo spiraglio lasciato aperto da Zamparini potrà aprirsi ulteriormente. Al momento, però, la prima proposta è stata scartata.

In questo scenario, rimarrebbe in piedi soltanto l’ipotesi cinese, per quanto bello e romantico sia lo scenario del figlio di Palermo pronto a tornare dopo aver fatto fortuna in America. Al Palermo, come a qualunque società con un fatturato sull’ordine dei sette zeri, serve qualcosa di più solido delle semplici origini siciliane. Una solidità che ormai neanche Zamparini sembra poter garantire più a lungo termine e che potrebbe arrivare proprio dalla cordata asiatica, anche se è difficile sciogliere i dubbi di tutti i tifosi. Se è vero che dei cinesi si sa poco (anche se, a differenza di Cascio, possono contare su garanzie bancarie di un certo spessore), è anche giusto sottolineare come i nomi di Suning per l’Inter e Sino-Europe per il Milan siano spuntati fuori solo ad affare ufficializzato. Questo perché, dovendo rendere conto allo Stato cinese di ogni investimento fatto all’estero, i patti di riservatezza e segretezza sono tali da evitare scontri diplomatici. Figurarsi se tra acquisto del club, pagamento dei debiti e progetti per stadio e centro sportivo l’investimento dovesse davvero aggirarsi sui 200 milioni di euro.

Se si vuole dubitare dell’esistenza dei cinesi, liberi di farlo. Alla fine, il prossimo mese dovrebbe arrivare una risposta definitiva anche su quel fronte. Il tempo di stringere i denti per almeno altre quattro settimane, dopodiché capiremo tutti cosa ne sarà del Palermo.


1 thought on “Cascio, game over (o quasi): restano solo i cinesi

  1. Balle solo balle. Cascio è stato portato da Tacopoina che è una persona seria ed ha già portato altre cordate americane in Italia, con operazioni tutte andate a buon fine. Non vuole vendere.

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