Chi era Mino Raiola, il procuratore dei campioni: da Ibrahimovic a Donnarumma e Haaland

Il “super” procuratore dei campioni, tra i più famosi e influenti. Mino Raiola – che si è spento nella giornata del 30 aprile 2022 all’età di 54 anni – è stato per tanti anni uno degli agenti calcistici più in vista (e di impatto anche sul piano mediatico), legandosi indissolubilmente alla storia recente del calciomercato e dei campioni che ha rappresentato.

Nato a Nocera Inferiore il 4 novembre 1967 (ma cresciuto ad Haarlem, nei Paesi Bassi – dove la famiglia emigrò quando aveva solo un anno),  Raiola giocò proprio nelle giovanili dell’Haarlem fino a 18 anni, poi ne divenne prima responsabile del settore giovanile e poi direttore sportivo. Ma già in giovanissima età – appena ventenne – si interessò alla carriera di mediatore, fondando una prima società di intermediazione, la “Intermezzo”. Già a inizio anni ’90 era diventato rappresentante di diversi giocatori olandesi: in Italia grazie alla sua mediazione sbarcarono giocatori come Bryan Roy al Foggia (ma anche Dennis Bergkamp e Wim Jonk all’Inter).

Da lì in poi la sua ascesa è stata rapida e inarrestabile, con la creazione della “Sportman” (sede a Montecarlo e uffici operativi sparsi in tutta Europa) e una attività con un target specifico: diventare il rappresentante dei campioni, spesso “pescati” prima della loro esplosione sul panorama internazionale. Raiola fu mediatore per l’arrivo in Italia di Pavel Nedved, fu il procuratore (tra i tanti) di Mario Balotelli, Zlatan Ibrahimovic e Paul Pogba, fino ad arrivare a Gianluigi Donnarumma, Matthijs de Ligt ed Erling Haaland. Il tutto sempre con operazioni di calciomercato (tante) di grandissima portata mediatica ed economica nel corso degli anni, spesso molto discusse e alimentando un acceso dibattito sull’evoluzione del ruolo del mediatore e agente calcistico e dei rapporti con i club calcistici.

Negli ultimi mesi le sue condizioni di salute si sono aggravate a causa di una malattia, che lo aveva costretto anche al ricovero presso l’ospedale San Raffaele di Milano: una situazione che ha tentato di tenere comunque nel massimo riserbo per motivi di privacy, smentendo indiscrezioni su un ricorso alla terapia intensiva per i trattamenti. Il 28 aprile 2022 viene diffusa dalle principali testate giornalistiche nazionali (sportive e non) la notizia della sua morte, salvo poi ritrattare dopo la smentita del prof. Zangrillo (primario del San Raffaele) e dello stesso Raiola (con un tweet carico di sarcasmo e rabbia per la fake news). Due giorni dopo è invece la famiglia di Mino Raiola – proprio attraverso il suo profilo Twitter verificato – ad annunciare la sua morte.


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