Dici Cosenza e pensi a Marulla, il bomber “immortale” che… bussa al cuore

Un lupo affamato senza affanno. Perché il fiuto per il goal è una dote innata e dell’area è stato un tiranno. Gigi sapeva come metterla nel sacco ed era scacco. Una partita contro i silani del Cosenza era come partire sotto di una rete. Questione di minuti: prima o poi la butta dentro.

E poco importa se dando un’occhiata al suo score ti accorgi che non era proprio così: sentendo spesso il nome di un giocatore, associato alle reti di una squadra, nella tua mente segna sempre.
Resta un dato di fatto: un match contro il Cosenza era una sfida contro Marulla.

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Inizia ad Acireale e poi diventa profeta, quasi in patria. Solo un assaggio: dispensa il terrore nelle difese avversarie con Avellino e Genoa: nuove latitudini, vecchie abitudini. La dimensione resta la categoria cadetta: resterà la sua vetta. Meglio ancora al ritorno in Calabria: un bomber per otto stagioni.

Prima si è fatto idolo e poi diviene un totem. Gigi Marulla come Gianni De Rosa: gli immortali. Cannonieri che tornano sempre a bussare nel cuore. Nella vita di tutti i giorni, mortali come tutti noi. In campo, due veri e propri numeri 9. Un incidente, una congestione, bastano per portarceli via. Abituati a calcolare traiettorie, a smarcarsi per trovare lo spazio giusto, a fidarsi del proprio istinto.

Ecco chi era Marulla, un animale da goal.

(L’autore è amministratore della pagina Football History)

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