Iachini: “Cresciuto a pane e pallone, quanti sacrifici per l’Ascoli…”

Giuseppe Iachini, allenatore del Palermo, dalle colonne del Corriere dello Sport ha ripercorso le proprie origini parlando della sua famiglia: “Gente semplice. Franco ora in pensione, era operaio all’Enel; Maria Teresa, faceva la bidella. Sono grato ai miei genitori per gli insegnamenti ricevuti che ho cercato di trasmettere ai figli. Mia sorella Serena è segretaria in una scuola e Paolo, istruttore atletico, per anni è stato con l’Ascoli. Anche lui giocava a calcio. Centrocampista come me. Io però avevo la testa dura. Sono cresciuto a pane e pallone, nei cortili e nella parrocchia, scuole di vita che purtroppo non ci sono più. Diplomato in ragioneria, non ero né scienziato né scarso. Chiodo fisso invece diventare la bandiera dell’Ascoli. Ricordo il primo pallone con emozione. Me lo portò… Babbo Natale. Papà e mamma lo misero sotto l’albero, piansi. Il mio idolo era Renato Campanini, il miglior realizzatore di sempre nella storia dell’Ascoli“. Una passione, quella per il pallone, nata in oratorio: “Quando non rompevamo i vetri della chiesa e Don Gaetano si arrabbiava! Ho fatto il chierichetto pur di garantirmi un posto in squadra. A nove anni, l’Ascoli mi prese. Quanti sacrifici! La mattina a scuola e dopo allenamento. Ci spostavamo con il pullman e quando la sera tornavo a casa ero sfinito e dovevo alzarmi alle 5 del mattino per studiare“.


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