Il Palermo e l’assemblea di Hera Hora, Mirri e Di Piazza restano distanti

“Quasi amici? No. Riavvicinamento? Neppure”. Questo l’incipit dell’articolo di Salvatore Geraci, che sulle pagine del Corriere dello Sport fa il punto della situazione in casa Palermo e riporta come Tony Di Piazza e la famiglia Mirri restino distanti. Con un nuovo retroscena. Si registra infatti una mossa a sorpresa da parte dell’ex vicepresidente (ma anche l’assenza di “un comunicato congiunto in grado di fare chiarezza sulle opposte posizioni”).

Nel corso dell’Assemblea dei soci di Hera Hora (la società che riunisce i Mirri, padre e figlio, e Di Piazza) Di Piazza avrebbe infatti proposto di versare nella società rosanero l’intero capitale sottoscritto, cioè 15 milioni: i soci di maggioranza hanno invece bocciato la proposta e preferito capitalizzare la SSD Palermo di soli 3,250 milioni (rispetto agli oltre undici consigliati dall’ex vicepresidente), per un totale di circa sei milioni e ottocento mila euro.

Prosegue dunque la partita a scacchi tra le parti. L’intenzione di Di Piazza sarebbe quella di dare maggiore solidità e impulsi alla società e rispondere ai dubbi circolati sulle capacità economiche dei soci. Ma allo stesso tempo dimostrare di poter offrire nuove soluzioni alla controparte (che vanta un diritto di prelazione ma non sembra intenzionata a rilevare le quote del socio).

E Geraci scrive: “Di Piazza insomma da un lato incasso un rifiuto, dall’altro rilancia. Una partita a scacchi che toglie tranquillità al Palermo in attesa del Consiglio Federale che ratificherà una promozione che ha portato gioie, per il ritorno tra i professionisti e la magica cavalcata, e dispiaceri, per l’improvviso divorzio fra i soci”.

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12 thoughts on “Il Palermo e l’assemblea di Hera Hora, Mirri e Di Piazza restano distanti

  1. Provo a indovinare: Di Piazza sa che Mirri non ha grande liquidità, e lo sfida per metterlo in difficoltà; così Mirri avrebbe maggiore difficoltà, dopo aver versato tutta la sua parte, ad acquistare eventualemente anche il 40% di Di Piazza. Sarebbe dunque più debole in una futura trattativa, su qualsiasi motivo del contendere.

  2. Magari ha nella manica un altro socio, o lui stesso, per comprare tutto il Palermo, e gestirlo come vuole lui. Certamente con altro management.

  3. Il budget da 6 mln di euro fa proprio ridere…………………………..
    E qualcuno pensa ad un solo anno di CCCC.
    Che grandi sognatori.

  4. – Né MIRRI né DI PIAZZA fanno un minimo riferimento alla possibilità di aprire un vero AZIONARIATO POPOLARE (AP) ampliato ai Tifosi ROSANERO (minimo 20.000 ?), sparsi in EUROPA/USA/CANADA/AUSTRALIA piuttosto che solo nella città di Palermo, economicamente fragile e riservato al Circolo chiuso dei 450 “AMICI ROSANERO”.
    PERCHE’ ?
    – Eppure basterebbero 2 VIDEO APPELLI di MIRRI e di DI PIAZZA, rispettivamente, in italiano e in inglese, postati sul sito Ufficiale dell’SSD Palermo, per spiegare, ai Tifosi di lingua italiana e a quelli di lingua inglese, modalità di adesione al nuovo AP con procedure rapide di VERSAMENTI MENSILI di non più di 100 € in valute locali, su CC della Società, dedicato, e pubblicato sul Sito. Conto bloccato per 12 mesi, con accesso pubblico alla visione dei flussi di cassa in entrata, riservato agli aventi diritto.
    Riesce difficile supporre una raccolta inferiore a 24 milioni di € tra gli almeno 20.000 Tifosi sparsi in 3 Continenti, con quote mensili sostenibili, che, oggettivamente, non pregiudicano il bilancio familiare dei Tifosi emigrati.
    – Al di là, poi, della diatriba in atto tra i 2 Soci sull’entità di importi da versare (15 milioni per una Società come il Palermo è, in ogni caso, una cifra irrisoria), la distanza tra MIRRI e DI PIAZZA rimarrà sempre incolmabile, anche perché è distante l’estrazione sociale delle famiglie di origine, ammettiamolo pure, Ciò, al di là delle fortune economiche raggiunte da entrambi in Italia e negli Stati Uniti e per quali deve essere manifestato il rispetto e l’ammirazione di tutti noi Tifosi.

    1. L’azionariato popolare è una fesseria, nel calcio servono alti capitali quindi imprenditori facoltosi con un progetto serio.

  5. secondo me quello di DI PIAZZA è stato un bluff in quanto un dimissionario che chiede di aumentare le quote non si è mai visto…. è una maniera per parlare ai tifosi e dire : io volevo fare un grande Palermo ma loro non hanno voluto….. se ha veramente voglia e capitali compri il Palermo da solo o con con soci di sua fiducia…………

    1. Non ho mai avuto fiducia in nessuno dei due in quanto sono piccoli imprenditori, che non possono investire nel calcio che conta, cmq quello che dici tu potrebbe essere vero.

  6. Loro ho hanno accusato di voler vendere senza aver prima messo l. Intero capitale, e lui ha rilanciato proponendo di versare tutti l intero capitale, mi pare giusto, se non ché, a quanto si legge, la proposta di di piazza è stata bocciata, a questo punto veramente, siamo nelle mani di nessuno

  7. Purtroppo se fosse vero quanto dichiarato da di Piazza alla guida del Palermo abbiamo un altro Giovanni Ferrara, purtroppo oltre alla passione servono i piccioli e di Piazza li aveva.

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