Il Palermo targato Filippi ha due motori in più: Lucca e Santana

Comincio allo stesso modo dell’ultimo Vulcanico rosanero: il Palermo ha vinto, viva il Palermo. Ed è vittoria ancora pesantissima, la terza consecutiva in trasferta, che consolida la posizione nei play off della squadra di Filippi, scacciando le preoccupazioni per il lungo stop causa Covid (degli altri, Monopoli e Foggia). Un bel regalo di Pasqua dentro l’uovo.

Non scriverò molto altro, carissimi amici: oggi è Pasquetta, avete altro da fare che leggermi, anche solo per pochi minuti. Per me è l’occasione per fare tanti auguri a voi e alle vostre famiglie, ma è anche il piacere di tornare a fare qualche considerazione sulla nostra squadra del cuore.

La prima: il Palermo che ha vinto anche a Caserta e che sembra la formazione scelta da Filippi sia dal punto di vista tecnico, che tattico, è una squadra che ha due uomini che hanno fatto e possono fare la differenza con le avversarie nel finale di campionato. Il primo si chiama Lorenzo Lucca, bomber in vertiginosa crescita e dal futuro probabilmente in Serie A anche molto presto, sempre più efficace e incisivo in zona-gol, potente fisicamente, fortissimo nel gioco di testa, molto valido anche con i piedi, arrivato a quota 13 nella classifica dei cannonieri e potenzialmente in grado di segnare ancora e ancora; allo stadio Pinto ne ha segnati tre, tutti spettacolari, poteva tranquillamente fare poker se avesse calciato il rigore fallito da Kanouté, che secondo me gli spettava praticamente di diritto.

Il secondo uomo in più si chiama, inutile sottolinearlo, Mario Alberto Santana, che a 39 anni non finisce di sorprendere per la sua voglia di essere protagonista dall’alto di una qualità tecnica che nulla ha a che vedere con la “palude” della Serie C. Non tocca moltissimi palloni, il capitano rosanero di tante battaglie, ma quelli che tocca sono tutti importanti; sta bene, dosa le energie, fa sentire tutta la sua personalità in campo fin quando ci resta. È stato così anche a Caserta, speriamo lo sia ancora nelle partite che restano fino alla fine e che riesca, con l’integrità fisica e la determinazione, a dare al Palermo il suo decisivo contributo.

Per il resto, c’è da dire che la squadra continua a mostrare i progressi evidenziati finora nella gestione tecnica di Filippi fin dal vittorioso derby di Catania, a parte la clamorosa figuraccia con la Juve Stabia. Adesso si può dire con certezza: è un Palermo diverso da quello di Boscaglia, più ordinato, meglio messo in campo, con giocatori al loro posto che cercano di fare del loro meglio. Il primo tempo di Caserta è stato a mio avviso molto buono, anche dal punto di vista del gioco, ma anche il secondo è stato governato bene, fino al finale da brividi.

Restano ancora difetti, anche gravi, di concentrazione: in 5 minuti, tra il rigore del mancato 1-4 tirato contro il palo da Kanoutè, lo stupido fallaccio da ragazzino di primo pelo di Almici che ne ha causato la giusta espulsione e che uno della sua esperienza e capacità non può permettersi e il 2-3 di Buschiazzo, il Palermo ha rischiato senza alcuna ragione, per autolesionismo, di buttare al vento una partita agevolmente e meritatamente vinta. Su questo aspetto dovrà velocemente lavorare mister Filippi già in vista del recupero di dopodomani, mercoledì 7, a Monopoli. Buona Pasquetta.

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