Juventus, capi ultras arrestati: ricattavano il club bianconero

Dodici capi ultras juventini sono stati arrestati nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Torino (denominata “Last Banner”). Le accuse sono a vario titolo quelle di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata.

La Juve (parte lesa) ha fatto partire le indagini con una denunciacirca un anno fa: il club veniva infatti ricattato per aver eliminato alcuni “privilegi” e gli ultras rispondevano, secondo l’accusa, mettendo in atto contestazioni con l’obiettivo di far multare la società e (attraverso alcuni ricevitorie complici) creando un sistema di distribuzione e rivendita illegale dei biglietti per le partite.

Dei 12 arrestati, 6 sono ora in carcere, quattro agli arresti domiciliari e due sottoposti a obbligo di dimora: nell’ambito della medesima indagine sono stati denunciati anche altri 25 ultras della Juventus per violenza privata aggravata in concorso. Altre 39 perquisizioni sono state fatte in giro per l’Italia, coordinate dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e con la collaborazione delle Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella.

In conferenza stampa, il Procuratore di Torino ha affermato: “La parte offesa sono la Juventus e i tifosi, vittime di coercizione fisica e di intimidazioni, privati del diritto di tifare come volevano”. Secondo l’accusa dalle indagini sarebbero “incontrovertibili elementi probatori” nei confronti degli arrestati, responsabili di una “precisa strategia estorsiva”. E Patrizia Caputo, procuratore aggiunto, sottolinea: “E’ stata importante la collaborazione della società che ha avuto il coraggio di denunciare”.

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