Lippi: “Juventus, può fare il Triplete, Atalanta credici!”

E’ stato da sempre legato alla Juventus, sarà per i tanti trofei vinti alla guida di questa, sarà per un legame affettivo indelebile, ma Marcello Lippi non può che tifare per i bianconeri in una cavalcata finale come questa. L’ex tecnico degli zebrati e CT della Nazionale campione del Mondo nel 2006, e attuale allenatore del Guangzhou, è stato intervistato dalla Gazzetta dello Sport per parlare di questa gloriosa Juventus e della sorpresa Atalanta. Queste le sue parole:

Questa è una Juve da triplete: perché non dirlo? Mai come quest’anno è legittimo crederci. In campionato è quasi fatta, in Coppa Italia è in finale e anche la Champions League non è impossibile. Non sarebbe presunzione, ma convinzione della propria forza. Contro l’Atalanta? Se la giocano alla pari. La Juve è affamata, ogni partita si concentra come fosse una finale. Allegri non dice per caso che Juve­Genoa è “decisiva per lo scudetto”. Ma l’Atalanta ha forza, aggressività, qualità e Gomez. Crede all’Europa League e si gioca il quarto posto con la Lazio: sarebbe la sua Champions League”.

Poi si esprime sull’Atalanta e su Gasperini e le analogie con la sua vecchia squadra del ’92-’93: “Gasperini tecnico eccezionale. E pensare che a inizio stagione ha rischiato, era sull’orlo dell’esonero. Ha avuto il coraggio di cambiare, di affidarsi ai giovani, è stato geniale. Ha creato la mentalità giusta, organizzazione e unità d’intenti. Così, anche senza Gagliardini, non è cambiato niente, anzi: ha inserito nella stessa partita due giovanissimi, Bastoni e Melegoni, che hanno giocato come fossero stati sempre titolari. Anche il mio è stato un campionato speciale. A lungo siamo stati terzi, dietro a Milan e Inter, tanto che scherzando si parlava di un torneo della Lega Nord. Grandi partite, successi contro Juve, Napoli, Parma, la Coppa Uefa persa per un punto”.

Infine trova analogie e differenze tra la sua Juve e quella di Allegri: “Ci sono tante analogie, cominciando dalla toscanità, l’età di arrivo alla Juve, la finale di Champions subito o quasi. E la voglia di studiare, migliorarsi, cambiare: non è mai la stessa Juve durante la stagione o nel corso della partita. E dicevano che era un gestore. ha un sacco di idee nei momenti giusti. All’inizio è stato bravo a rispettare e mantenere il lavoro di Antonio (Conte, ndr), poi ha fatto capire che all’estero si poteva fare di più. Ha grande qualità in campo, una coppia tecnicamente straordinaria come Dybala­- Higuain, ma è stato bravo a convincere i giocatori che si poteva fare di più”.


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