Marco, il milanese d.o.c. che tifa Palermo: “Amo i rosa, soffro con loro e ‘odio’ il Catania”

Perché la passione a volte è quasi illogica ma non per questo meno profonda. Marco Frachessa è nato a Milano da genitori milanesi, proprio nella città che ospita San Siro e contesa tra Milan e Inter, centro urbano abituato a palcoscenici gloriosi come quelli della Champions League. Ma il suo amore ha percorso 1.472 km, fino alla Sicilia, scegliendo di concedersi… al Palermo.

Un nostro lettore e amico, Umberto, s’è incuriosito quando l’ha vista lavorare nella sua edicola con un cappello rosanero. Eppure cosa ha in comune lei con la Sicilia?

“In verità sono un Milanese d.o.c., nato e cresciuto qui. Atipico. Mamma e papà sono milanesi puri. E io sono appassionatissimo del Palermo sin da ragazzino. Ricordo i tempi di Dybala, Miccoli, Toni, Sorrentino. In quei periodi se avessero trattenuto qualche campione qualcosa avremmo vinto”.

E adesso col City Group?

“La squadra è andata a corrente alternata, ma ha fatto partite incredibili. Non vedo l’ora che venga qui al nord così che possa vederla dal vivo”.

Da dove nasce questa passione?

“Io amo Palermo. I miei genitori mi dicevano in dialetto: secunda mi, t’a scambia nella cula (ride). Ho 53 anni ma già a 15 andavo a vedere film come “Cento giorni a Palermo”, “Palermo – Milano sola andata”, “Dimenticare Palermo”, che erano la mia passione. Mio papà non lo capiva, così come i miei amici siciliani che mi adorano per questa particolarità”.

Fatico anche io. Di solito ci si affeziona a una maglia o a un calciatore, lei ad un’intera città o regione.

“Per me la vacanza è in Sicilia. Punto, altro che medicine. Ho bisogno di questo. Da ragazzino ho iniziato ad adorare quest’Isola e da lì è partito tutto. Ho cappellini e mascherine rosanero, me le faccio mandare. Ho comprato anche una maglia allo store in via Maqueda”.

E quando in Serie A i rosa incontravano le milanesi?

“Tifavo Palermo, assolutamente. Avevo un problema solo con Torino – Palermo, i granata sono nel mio cuore”.

Assurdo…

“Sì? Ho sofferto per il fallimento. Mi sono iscritto al sito e seguo i ragazzi, quando partono o si allenano, attraverso i video. Arrivato a Palermo, amici mi hanno portato subito al “Barbera”: purtroppo non sono riuscito a vedere le partite. Ma quando la formazione viene da queste parti – come a Como o Brescia – mi fiondo allo stadio”.

Dal Milan è stato acquistato Ciaka Traoré.

“Guardate che è forte, quel ragazzino lì è veramente valido.

E… il Catania?

“Racconto una cosa: ho un amico dei Giardini Naxos, a pochi km dalla città etnea, e viviamo la classica diatriba. Quando segnava Marco Palermo (ex rossazzurro fino al 2023 n.d.r.) e la curva del Catania gridava il suo nome, per me era una goduria (ride)”.

Non si fa mancare neanche la rivalità coi “cugini”, quindi.

“In un certo senso… odio Catania come i veri sostenitori, ovviamente calcisticamente parlando. Basta violenze, perché guardare quei film da giovane mi ha anche insegnato anche una cosa: la mafia è un cancro e una me**da. Per il resto, forza Palermo sempre“.