Palermo, Pomini: “Credo nella promozione. Con Posavec…”

Il portiere del Palermo, Alberto Pomini, si racconta in un’intervista di Salvatore Geraci per il Corriere dello Sport: “Segno zodiacale Pesci, con ascendente Gemelli. Sono cento e più persone messe insieme, uno, nessuno e centomila. Geniale? Ci sta. Disordinato? No, maniaco dell’ordine. Pignolo? Un casino. Altruista? Tantissimo. Uno che sa ascoltare e comprendere? Il Palermo mi ha preso per questo”.

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Inizialmente solo qualche apparizione, ogni qual volta Posavec fosse convocato dalla nazionale croata under 21, poi Pomini è diventato il numero 1 rosanero: “Il nostro è un rapporto costruttivo, da fratello maggiore a minore. A Posavec, in quanto giovane, rubo l’entusiasmo. E la voglia di lavorare, lui ne ha tantissima. A volte gli urlo: Porca vacca, vorrei essere instacabile come te… A fine stagione, sarebbe interessante chiedere a lui cosa gli ho dato. Penso la serenità e la maniera di superare il momento dell’errore”.

Pomini crede alla promozione diretta in serie A: “Sì, abbiamo superato un momento di difficoltà, con risposte adeguate a prescindere dal 2-2 di Novara. Sono comunque otto punti nelle ultime quattro partite, ma l’Empoli ha una striscia più lunga, ci tocca inseguire. Se battiamo il Parma, però, andiamo al secondo posto e diventiamo artefici del nostro destino. Intanto affrontiamo il Carpi che arriva da un bel successo. Non ci resta che ripartire con i tre punti”.

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E se le cose dovessero andare per il verso giusto, l’ex Sassuolo è pronto a sfidare le sue paure: “Lancio con il paracadute in caso di promozione? Soffro di vertigini e mia moglie Elisa vuole questa follia iperadrenalinica per farmi vincere la paura”.

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A ‘Casa Minutella’, format televisivo in onda su Trm, il portiere del Palermo ha descritto l’impatto con il capoluogo siciliano: “Ho visitato molto la città. Ho ammirato la Cattedrale, il Politeama, il Teatro Massimo. Sono stato anche al mercato del Capo, mia moglie fa la spesa lì.  Dopo aver vissuto per 14 anni in un posto dove mi spostavo in bicicletta, è stata dura abituarmi al traffico cittadino”.

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Palermo è una città da scoprire con calma – continua Pomini – ti offre tanto. Non nascondo, però, che l’impatto è stato molto forte, perché ci sono mille contraddizioni. Ma quando entri nella città, vai via e torni, sembra quasi che non ne riesci a fare a meno. Quando io e mia moglie partiamo, notiamo che ci manca Palermo.

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Pomini dimostra anche di conoscere qualche parola in dialetto: “Cosa significa ‘schifiu’? Vabbè, questa è facile, significa schifo. Cosa dicono i tifosi rosa al rinvio dei portieri? Anche questo lo so, lo hanno anche urlato a me da avversario“.


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